Josè Anders, pittore “Da Zara alla Val di Fiemme”

Per comprendere il carattere zaratino c’è una mostra in Trentino che merita di essere visitata. È interamente dedicata
a Josè Anders (1902-1967) e si intitola “Tra luci ed ombre. Da Zara alla Valle di Fiemme”. Dalle sue opere e dalle testimonianze della gente che lo ha conosciuto si percepisce il forte senso di libertà, ma anche abilità e valori che contraddistinguono i dalmati. Resilienza e tenacia umana emergono dall’esule zaratino internato dai nazisti nel campo di prigionia di Wietzendorf in Germania.

In occasione dell’inaugurazione, tenutasi lo scorso 15 luglio al Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, sono intervenuto in veste di Assessore alla Comunicazione del Libero Comune di Zara in Esilio, portando i saluti dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo con i ringraziamenti a Roberto Daprà della Magnifica Comunità di Fiemme, al nostro Assessore alla Cultura Adriana Ivanov, a Lorenzo Salimbeni ANVGD nazionale e a Maria Grazia Ziberna ANVGD di Gorizia.

L’evento espositivo rende omaggio all’artista Josè Anders, esule da Zara, arrivato in Valle di Fiemme come rifugiato. Dopo la pubblicazione dei calendari Josè Anders del 2003 e “Dagli incubi della notte all’intimo del quotidiano: due mondi a confronto” nelle xilografie di Josè Anders del 2009, nessuno studio o rassegna personale ha più analizzato la complessa personalità dell’artista e la sua evoluzione pittorica. Mostra antologica di grande attualità che porta in evidenza l’importanza dell’opera del maestro zaratino, nonché musicista e abile giocatore di scacchi.

La mostra offre un’immagine esaustiva e inedita della sua produzione artistica, con dipinti di Zara [nell’immagine di apertura, Piazza delle Erbe, NDR], disegni e linoleografie, dagli inizi degli anni ’30 alla metà degli anni ’60 del XX secolo.

Influenzato inizialmente dal padre Giuseppe, incisore e xilografo (Zara 1871 – Varena 1946), e seguendo poi la scia della pittura figurativa e di paesaggio del primo Novecento, Josè individua ben presto un proprio stile all’insegna della libertà più assoluta. Libertà da imposizioni accademiche e da correnti artistiche in auge, dalla ricerca di consensi e denaro, e volontà di esprimere la solitudine e l’umana sofferenza che accompagna da sempre la sua vita e la sua visione del mondo espressa nella scelta dei soggetti, nella loro rappresentazione e nella gamma dei colori.

L’esilio e le dure esperienze vissute dall’artista nei campi di prigionia nazisti accrescono la ricercata solitudine e l’agognato isolamento artistico che solo raramente tradisce partecipando a isolate mostre collettive o alle rassegne concertistiche di paese. Le scene di paesaggio si adeguano al suo sentire, infatti l’artista predilige i paesaggi autunnali o invernali, le campagne deserte e gli isolati casolari.

Vittorio Baroni
Fonte: Il Dalmata – 08/2022

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Josè Anders – Colonna romana in Piazza delle Erbe
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