Alessandra Kersevan, la studiosa capofila dei "negazionisti" delle Foibe, è incappata nell'annullamento di una sua conferenza prevista a Bellaria, dopo che a La Spezia la polizia era dovuta intervenire per sedare gli animi degli Esuli, imbestialiti e offesi per le sconcertanti affermazioni della storica.
Da internet (www.megachip.info) vi proponiamo il testo che la Kersevan ha scritto al presidente della Provicnia di Rimini appena ha saputo dell'annullamento. I toni sono quelli adeguati alla qualità e allo spessore morale del personaggio, ovvero: dimmi come scrivi e ti dirò chi sei.
"Vi state prestando ad una operazione di censura di stampo fascista, nei confronti di una studiosa che il vostro istituto storico aveva giudicato scientificamente degna di fare una conferenza, ma voi avete preferito basarvi sui giudizi politicamente interessati dati da politici di AN.
La vicenda del campo di concentramento fascista di Gonars e degli innumerevoli altri campi fascisti in cui morirono fra il 1941 e il 1943 7000 sloveni, croati, montenegrini – donne, uomini, vecchi, bambini, cioè famiglie intere rastrellate dall'esercito italiano in quelle terre occupate e ANNESSE (!!) – di fame e di malattie è uno dei tanti crimini di guerra impuniti commessi dall'esercito italiano in Jugoslavia. I politici (o politicanti, forse è meglio usare questo termine) italiani che si riempiono ora da destra a sinistra la bocca con la giornata del ricordo, non sanno nulla della storia delle terre del confine orientale e di ciò che il fascismo vi ha rappresentato. La mia conferenza poteva essere una buona occasione per saperne qualcosa, almeno per la popolazione di Bellaria. Vi ricordo che la stessa legge istitutiva della giornata del ricordo, parla anche delle "più complesse vicende del confine orientale", e quindi avreste avuto anche la copertura della legge, se vi occorreva proprio. Ma come diceva il Manzoni, il coraggio uno non se lo può dare, e voi non ve lo siete dato. Forse si tratta solo di piccoli e meschini calcoli politici.
L'assessore alla cultura di Bellaria, unica che mi abbia contattato, anche se solo dopo che io l'avevo cercata, mi dice che la mia presenza avrebbe messo in pericolo l'ordine pubblico. A parte l'evidente esagerazione, mi pare che i fascisti adesso abbiano capito bene cosa dovranno fare in futuro, quando si parlerà di argomenti che non gradiscono: mobiliteranno le loro squadracce minacciando l'ordine pubblico, e tutti caleranno le brache. Mi pare che il fascismo nel '20 abbia trionfato così. Spero che tutto questo vi si rivolti contro, e che gli elettori antifascisti della provincia di Rimini sappiano almeno togliervi il loro consenso."
Alessandra Kersevan