Si chiama «Bancarella, Salone del libro dell’Adriatico orientale» ed è la mostra libraria ideata dal Centro di documentazione multimediale della cultura giuliana, istriana e dalmata (Cdm) che quest’anno si terrà dal 16 al 19 settembre al nuovo ma non interamente allestito Museo della civiltà istriana (e fiumana, e dalmata) di via Torino. «Più di 10 mila presenze nelle sedi che l’hanno ospitata a Trieste – dice la curatrice Rosanna Giuricin – e alcune migliaia a Torino e a Roma dove il format è stato esportato in un’edizione particolare».
Con tanta produzione di libri, non restava che inventare una mostra. Ogni associazione degli esuli pubblica o patrocina volumi sui più vari argomenti, dalle ricerche storiche ai popolari testi di ricette. L’Anvg (che ha messo in cantiere ben 30 convegni e la realizzazione di 10 mostre documentarie) dal 2002 a quest’anno ha pubblicato 41 volumi tra memorialistica, storiografia, storia dell’arte e delle tradizioni del mare, biografie e letteratura. Ma si è lanciata anche sugli audiovisivi (nove finora), sui documentari («Esodo, la memoria negata», in coproduzione con Venicefilm), sulla docu-fiction («Ritorno a casa» e il recente «Il vento dell’Adriatico»). Difficile citare tutte le iniziative di questa associazione, che nel tempo ha anche promosso convegni, spesso in collaborazione con prestigiose istituzioni come il Gabinetto Vieusseux o l’Istituto dell’Enciclopedia italiana (su come l’esodo è trattato nei testi scolastici, su Giani Stuparich tra Trieste e Firenze, su Tommaseo) e mostre, tra cui la famosa «Histria. Opere d’arte restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo» (sulla collezione «restituita» ma di contestata collocazione) e «La donna in Istria e in Dalmazia nelle immagini della storia» alla Biblioteca nazionale centrale di Roma.
Anche l’Associazione delle comunità istriane pubblica: considera «Itinerari istriani» una delle opere principali. Imminente la seconda parte: «Istria costiera». Ma spera di pubblicare anche due tesi di laurea su Istria ed esodo. L’Irci ha prodotto 106 libri, con varie case editrici, tra cui l’imponente storia documentaria sul vescovo Santin, e con la cura di Piero Delbello, il direttore, ha realizzato belle mostre specialmente di grafica e grafica pubblicitaria.
Anche l’Unione degli istriani «cura pubblicazioni in ambito storico, informativo, giuridico, memorialistico – afferma il presidente Lacota – e in tempi più recenti ha promosso la riedizione di testi rari o di difficile reperimento ma di estremo interesse». Oltre 130 i volumi editi fin qui. Lacota ricorda «L’Albo d’oro dei caduti nella Venezia Giulia», a cura di Luigi Papo, «unico testo riconosciuto dalla Commissione della Presidenza del Consiglio dei ministri per l’assegnazione dei riconoscimenti ai congiunti degli infoibati». Pubblicato tra l’altro, in anastatica, «Il grido dell’Istria», giornale clandestino uscito in Istria tra il 1945 e il 10 febbraio 1947. E in uscita quest’anno «Atlante dell’Istria», «Trattato di Osimo, truffa e tradimento degli istriani», «Albona e Fianona per immagini».
E i Dalmati? Libri produce de’ Vidovich con la Fondazione Rustia Traine, e la Società dalmata di storia patria ha appena edito un sunto dei propri «atti e memorie», a partire dal 1926. Non è tutto. Il catalogo completo sarebbe esso stesso una imponente enciclopedia. (g. z.)