Giovedì 28 aprile alle ore 18:00, in diretta sulla pagina Facebook ANVGD di Milano. Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia, si terrà una nuova conferenza durante la quale NEVIA GREGOROVICH parlerà di:
GLI ULTIMI RESTAURI DELLA BASILICA EUFRASIANA DI PARENZO TERMINATI NEL 1937
NEVIA GREGOROVICH è nata a Parenzo d’Istria, risiede a Sistiana-Portopiccolo ma la sua attività la porta spesso a Milano. Ha conseguito il diploma in pianoforte al conservatorio “Giuseppe Verdi”. Nell’ambito della sua professione di docente, ha compiuto ampi e profondi studi di varie discipline nel campo sperimentale. Ha collaborato con il compositore Luigi Donorà come coautrice in esecuzioni concertistiche di musica d’avanguardia, collegate spesso a mostre di pittura, scultura e fotografia, a tema.
All’anno 1989 risale la sua prima mostra di pittura a Milano. Molti i premi vinti, anche prestigiosi, e numerose le esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere figurano in pinacoteche, musei, centri culturali e collezioni pubbliche e private, italiani e stranieri. Opera tra Milano, Trieste e Barcellona.
STORIA
Parenzo, assieme a Pola, è stato la prima colonia romana in Istria. Nel centro storico si osserva ancora oggi l’antica disposizione delle strade e alcuni resti romani, ed è conosciuto in tutto il mondo grazie alla sua basilica risalente al VI secolo .La basilica Eufrasiana è uno degli edifici paleocristiani giunti a noi meglio conservati, rientrando tra i monumenti storici più significativi al mondo, motivo per cui nel 1997 è stata inserita nel patrimonio culturale tutelato dall’UNESCO.
EUFRASIO, IL VESCOVO DI PARENZO
Dalle dimensioni grandiose, la cattedrale a tre navate fu costruita sulle fondazioni delle chiese del primo periodo della cristianità, del IV e V secolo, di cui testimoniano gli eminenti mosaici situati sul pavimento. La costruzione fu ordinata nel VI secolo dal vescovo di Parenzo, Eufrasio, motivo per il quale la basilica fu chiamata in questo modo, “EUFRASIANA”. Le fonti storiche non parlano molto dello stesso vescovo Eufrasio. Si sa che venne dalla Tracia, e che divenne il vescovo di Parenzo e subito dopo l’imperatore Giustiniano conquistò l’Istria. Eufrasio dedicò la basilica alla Assunzione della Vergine Maria e al santo protettore della città, San Mauro. L’abside della basilica fu decorata con uno dei mosaici più belli conservati nel Mediterraneo risalenti al primo periodo di Bisanzio che, tra l’altro, dipingono anche il vescovo con la basilica nella sua mano. A causa della sua complessità architettonica e della costruzione graduale tra i diversi periodi della storia, il complesso della Basilica Eufrasiana rimane, fino ad oggi, una fonte continua di cognizioni storiche e di sfide per i ricercatori e gli storici dell’arte da diverse parti del mondo. I mosaici risalgono al sesto secolo e donano una luce e fascino immenso al luogo di culto. I mosaici della Basilica Eufrasiana di Parenzo sono annoverati i migliori resti dell’arte bizantinanel mondo.
RESTAURI
In un continuo cambio a staffetta alla direzione della Regia Soprintendenza, dopo l’incessante lavoro di Forlati, nel 1936 arrivò il nuovo soprintendente Bruno Molajoli. Anch’egli non fu da meno e profuse tutte le sue energie nei lavori ereditati dai suoi predecessori. Degni di particolare nota quelli condotti alla Basilica Eufrasiana di Parenzo, già iniziati all’indomani della fine della prima guerra mondiale da Cirilli e continuati dai successivi Soprintendenti. I resoconti dei lavori, conclusi già nel 1937, confluirono in una monografia che Molajoli dedicò interamente alla Basilica di Parenzo e che fu corredata dai disegni dell’ispettore Umberto Piazzo. A quest’opera, quel fine e colto letterato che era Silvio Benco, nella sua brillante prefazione, presentava Parenzo come “una delle più belle città del mondo” e l ‘Eufrasiana come “la cosa grande della città, la cosa che nessun dotto al mondo e nessuna persona ingentilita nello studio dell’arte può ignorare. Di Parenzo, il Benco rilevava la grazia, la misura, la signorilità che le derivano dall’impronta romana. Quanto ai restauri che l’amore e l’urgenza di un’opera riparatrice richiedevano, il Molajoli più su ricordato si limitava a illustrare i lavori dell’amministrazione italiana fin dai tempi del primo dopoguerra e la stessa cosa sottolineava il Benco non senza un breve cenno peraltro agli interventi ottocenteschi con queste parole: “Lunga è la fama dell’Eufrasiana, ma relativamente recenti sono le indagini intorno ad essa e recentissimi i seri e completi restauri: sia detto senza far torto alle volonterose opere di riparazione del secolo decimonono”.
La videoconferenza sarà successivamente visibile sul canale YouTube ANVGD Comitato di Milano.
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