LETTERE
Mi ha veramente meravigliato ricevere giorni fa con Il Piccolo l’inserto «Slovenia da scoprire». Come piranese mi ha particolarmente colpito l’ultima pagina, con le scritte: «Scoprire i tesori – Istria slovena», che incorniciano una magnifica veduta notturna della «Riva Nuova», regalo del «Ventennio» ai «Piranesi de Ponta», le cui case precedentemente finivano in mare, situazione pittoresca, come a Venezia, ma scomoda.
Dopo l’invito che mi viene spontaneo a documentarsi sulla composizione della popolazione di Pirano secondo gli insospettabili censimenti del 1900 e del 1910 e sulle vicende storiche che hanno permesso a Tito di annettersi, trent’anni dopo la sconfitta, la Zona B, mi permetto di raccontare un aneddoto di vita piranese.
Alla fine del 1800, inizio del 1900, visitava Portorose un distaccamento della flotta imperiale. Doverosamente il Podestà Fragiacomo si recò ad accogliere l’illustre ospite, il comandante della flottiglia. Con la sua franchezza istriana gli fece – in italiano – lingua franca del Mediterraneo – un discorso fortemente patriottico, al quale l’ammiraglio, ringraziandolo, naturalmente in italiano, non poté evitare di inserire un rimprovero del tipo: «Signor Podestà, – la ringrazio per le sue cordiali parole, ma lei non deve dimenticarsi di essere Podestà di una città austriaca!». Franca anche la replica di Fragiacomo: «Purtroppo, Eccellenza!».
Mi chiedo dov’era in quel giorno lontano, ma non tanto, il «tesoro sloveno da scoprire».
Italo Gabrielli