Come innamorati che, col tempo, si erano un po’ allontanati, il riavvicinamento è stato cauto e lento, ma alla fine è arrivato. Ieri, con l’atteso voto del Bundestag, la Germania ha fatto cadere l’ultimo ostacolo formale e detto sì all’entrata di Zagabria nell’Ue, ratificando con 583 voti a favore, nessun contrario e sei astensioni, il trattato d’adesione della Croazia.
E così quella Germania che fu fra i primi Paesi a riconoscere l’indipendenza croata è stata ieri l’ultimo membro Ue a ratificarne l’ingresso nel “club europeo”. Un segnale significativo dei dubbi, questo ritardo, manifestati negli scorsi mesi da vari politici tedeschi, in testa Norbert Lammert (Cdu), sulla reale preparazione croata. «Non tutti i requisiti sono stati soddisfatti», ha ripetuto ieri Lammert a Die Welt.
Ma nel Bundestag voci critiche verso la Croazia non si sono ieri levate. «Possiamo con gioia affermare che un secondo Stato dell’ex Jugoslavia è pronto a entrare nell’Ue», ha esordito il parlamentare Oliver Luksic (Fdp). È un successo, l’ingresso di Zagabria, che conferma la giustezza del «premio Nobel per la pace assegnato all’Ue, il più grande promotore della democrazia». «La Croazia è pronta», ha poi rimarcato Luksic. «I croati si rallegrano per l’ingresso nell’Ue, mentre in altre parti d’Europa cresce l’euroscetticismo», per cui «dobro dosla Hrvatska», gli ha fatto eco Dietmar Nietan (Spd). «Non deve però fare l’errore di stoppare le riforme» nei campi della «corruzione e della lotta alla criminalità», ha ammonito il socialdemocratico.
Thomas Doerflinger, Cdu-Csu, ha invece ricordato il referendum per l’indipendenza della Croazia dalla Jugoslavia, nel 1991, descritto come l’inizio del processo verso l’Europa. Zagabria che può oggi far parte, da pari, del consesso Ue, ha assicurato Doerflinger. E «ziveli».
Guido Westerwelle, infine, ministro degli Esteri. «Integriamo la Croazia nell’Ue, un Paese profondamente europeo». Questo «risultato è storico», «mi congratulo con il popolo croato».
Unico a esprimere qualche perplessità, Thomas Nord (Die Linke), che ha specificato che «ci sono anche preoccupazioni, in Croazia», non solo entusiasmo. Preoccupazioni per la grave situazione economica, innescata anche dalla «pressione Ue per le privatizzazioni, che ha creato più danni» che vantaggi, ha ricordato Nord, richiamando l’attenzione sulla disoccupazione da codice rosso, oggi al 18%, frutto di quattro anni di recessione.
Ma nonostante la crisi, la Croazia – anche secondo Berlino – si è meritata l’adesione, il primo luglio. «Danke Deutschland», dunque, benvenuta Croazia. Un benvenuto che sarà esteso a Zagabria dal premier Letta, in Croazia il 30 giugno, che ha sottolineato ieri «la soddisfazione per l’adesione, un passo avanti importante perché dimostra che l’Europa è un successo».
Stefano Giantin
“Il Piccolo” 17 maggio 2013
L’aula del Bundestag (foto www.dnevnik.hr)