È nata ufficialmente la coalizione che intende cacciare la Dieta democratica istriana dalla sala dei bottoni alle elezioni locali della primavera prossima. Come annunciato poco prima di Capodanno, infatti, è stata sancita l’alleanza tra il deputato Damir Kajin, per il quale è immediatamente scattata l’espulsione dalla formazione regionalista, e il Partito socialdemocratico (Sdp) che appoggerà la sua candidatura a presidente dell’Istria. Almeno agli inizi, però, la coalizione non si presenta così vasta come lo stesso Kajin va proclamando ai quattro venti.
Non si sono fatti vedere al gran “debutto” le associazioni dei reduci di guerra mentre il partito popolare e quello dei Pensionati non hanno ancora deciso chi sostenere. A marcare visita, ancora, i rappresentanti delle minoranze. Proprio Kajin aveva esplicitamente citato gli italiani ma appare assai poco probabile che gli italiani stessi si schierino anche parzialmente dalla sua parte visto che in vent’anni di attività politica l’aspirante presidente, oltre a non pronunciare neanche un banalissimo “Buongiorno”, non ha mai dimostrato grande interesse per i temi minoritari.
All’opposto, invece, il candidato ufficiale della Dieta Valter Flego che, non a caso, ha subito voluto incontrare a Pola il presidente dell’Unione Italiana Furio Radin. Nel comunicato stampa diffuso dall’Unione, in verità, si parla di un colloquio conoscitivo con il quale Flego ha voluto approfondire la conoscenza del funzionamento e dell’assetto dell’Unione e delle Comunità degli italiani sul territorio. A conclusione dell’incontro Furio Radin ha informato lo stesso Flego che l’assemblea dell’Unione italiana, a fine mese, affronterà le tematiche discusse durante il colloquio. In quella sede verrà inoltre deciso se esprimere l’appoggio o meno a uno dei candidati presidenti della Regione istriana.
Tornando alla conferenza stampa di presentazione della nuova alleanza politica, Kajin ha dichiarato che adesso inizia una nuova primavera istriana e che finalmente l’Istria non sarà più come la Calabria e la Sicilia dove a comandare è la mafia. Finalmente, ha detto ancora, il potere verrà restituito al popolo. Il candidato ha quindi respinto le voci secondo cui qualcuno a Zagabria vorrebbe sopprimere l’identità istriana per accorpare la penisola alla macroregione di Fiume.
Per quel che riguarda la lista di candidati della coalizione per l’assemblea regionale, è stato precisato che verrà definita in un secondo tempo, visto che all’appuntamento con le urne mancano più di cinque mesi. Molti analisti, in verità, sostengono che la nuova avventura politica di Kajin è destinata a naufragare in primo luogo per il clamoroso voltafaccia politico e poi per l’incapacità di portarsi dietro i dietini: l’aspirante presidente, infatti, è riuscito a raccogliere attorno a sé solo alcuni ex dietini desiderosi di riciclarsi o di rifarsi la verginità politica. Gli stessi analisti sostengono che almeno la metà dell’elettorato socialdemocratico in Istria gli volterà le spalle disobbedendo alle indicazioni di Zagabria.
(fonte “Il Piccolo” 5 gennaio 2013)