Quale onore venire a conoscenza della gloriosa storia della Lega Nazionale per bocca del suo presidente, l’Avv. Paolo Sardos Albertini: oltre a presiederla, egli fa parte di una grande numerosa famiglia di patrioti di matrice fortemente cattolica, che si sono impegnati, da sempre per l’italianità di Trieste e dell’Istria.
Da triestino, testimonio che la Lega Nazionale è stata ed è l’anima ispiratrice di coloro che si sentono e si professano italiani, schierata con i partiti che difendevano l’italianità della città, a volte criticandoli, a volte appoggiandoli, svolgendo una funzione civica che l’Avv. Sardos ha più volte evidenziato, operando spesso in congiunzione con l’Arcivescovo Santin il “Defensor Civitatis”.
Nata nel 1891 sulle ceneri della disciolta Pro Patria, ritenuta dagli Asburgo troppo irredentista, l’associazione vive le vicissitudini della Prima guerra mondiale, durante la quale la sua attività viene sospesa e ripresa a redenzione avvenuta. Non è in accordo con la politica di italianizzazione forzata esercitata sulle scuole e sulla stampa da Mussolini ed i suoi esecutori, avendo sempre predicato comprensione e moderazione in tutti i suoi atteggiamenti. La sua attività nuovamente si interrompe durante l’occupazione titino-comunista, per risorgere nuovamente per iniziativa di Don Edoardo Marzari durante il Governo Militare Alleato dalla liberazione di Trieste del 12 giugno 1945.
Nella concezione della Lega Nazionale il problema dell’Istria, soprattutto della Zona B, si lega a quello di Trieste in un tutt’unico che rivendica la sovranità italiana. Quando nell’ottobre 1954 Trieste ritorna all’Italia e l’Istria con la sua Zona B viene lasciata alla Jugoslavia, la Lega Nazionale si mobilita e contribuisce alla fondazione dell’Unione degli Istriani. Questo sodalizio assume un atteggiamento di aperta critica verso l’arrendevolezza politica del governo italiano, che cerca di tergiversare fino all’avvenuta chiusura della questione della Zona B con il Trattato di Osimo. La protesta, cavalcata dalla Lega Nazionale, determina un cambio di clima politico a Trieste: nasce una Lista per Trieste come partito politico che vince le elezioni sostituendo la Democrazia Cristiana che era stata a lungo egemone nel clima politico fino ad allora. La protesta si smorza solamente nel 1989 con il crollo del Comunismo e la Lega ripropone in un clima politico diverso la questione del risarcimento per i beni abbandonati.
Il presidente Avv. Paolo Sardos Albertini ha connotato la Lega in un suo attributo essenziale, quello di rinunciare a qualsiasi forma di violenza, a qualsiasi odio verso chi ostacola le sue tesi, ma alimentando solo l’amore dei suoi soci per la patria. Operativamente, celebra un congresso ogni due anni, alternando originariamente la sede congressuale che veniva scelta in località nella regione trentina e giuliana. Con particolare enfasi è stato recentemente celebrato il 130. anniversario di fondazione, ma durante la sua esistenza tale sodalizio patriottico è stato insignito della Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte, del Sigillo Trecentesco del Comune di Trieste, della Civica Benemerenza della Città di Trieste, per l’azione svolta a tutela dell’anima italiana di Trieste e dell’Istria nei momenti di particolare difficoltà. In effetti, con il contributo economico dei soci e di molti benefattori la Lega Nazionale in epoca austro-ungarica ha potuto impiantare scuole ed asili, curando l’educazione degli adolescenti nei suoi “Ricreatori”, che rimangono le strutture educative tipiche introdotte da questo sodalizio.
L’altra peculiarità è data dal culto di Dante, che è stato praticato in diverse occasioni rendendo omaggio alla sua tomba a Ravenna in tempi “difficili” per l’associazione, qual era il 1908, anno in cui Trieste era “sotto l’Austria”: Dante è sentito come il padre spirituale che indica la strada da seguire, assieme al Poeta Riccardo Pitteri, che per lunghi anni ne è stato presidente.
A conclusione l’Avv. Sardos ha accennato agli studi e ricerche a cui si sta dedicando un ricercatore Storico, il Dott. Marco Vigna, in merito al comportamento seguito dagli Asburgo nei confronti degli Italiani del litorale, che ha alimentato la competizione esistente fra italiani e slavi per motivi di sviluppo nazionale, tanto da farlo divenire un odio che poi è sfociato negli avvenimenti del dopoguerra.
Claudio Fragiacomo
Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia