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La maternità complessa della Mori (Il Piccolo 12 nov)

Come tutti i libri di Anna Maria Mori, anche «Nove per due. L’ansia di diventare madre oggi» (Marsilio, pagg. 125, euro 12) – presentato domenica alla libreria Lovat (III piano dell’Oviesse, viale XX Settembre – è un libro ”contro”, in questo caso contro la retorica della maternità. A sottolinearlo, dopo la lettura di Paola Saitta della Contrada della pagina iniziale del libro, è stato il giornalista Marino Vocci a evidenziare come ”Nove per due” sia una storia che nasce nell’arco di poche ore, in un dialogo tra madre e figlia e nell’assenza quasi totale della figura maschile.

Del resto «il mio è uno scrivere dalla parte delle donne», ha detto Anna Maria Mori nel suo intervento che ha fatto seguito a quello di Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia. Uno scrivere, quello di Mori – lasciata la sua Pola nel 1947, ha studiato a Firenze per poi trasferirsi a Roma ove risiede – in cui emerge lo scandagliare nella sua identità femminile e nella sua identità territoriale come rivelano i suoi numerosi libri, tra cui ”Femminile irregolare”, ”Lasciami stare” e quel ””Nata in Istria” del 2006 che precede questo ”Nove per due”.

«L’ho letto tutto d’un fiato, e due volte, questo libro – ha esordito Bassa Poropat – e ho apprezzato la semplicità e l’immediatezza del linguaggio. Nel libro vengono ritagliate dodici ore di una giornata della protagonista, la trentatreenne Mariarosa che ha appena saputo di aspettare un bambino, un figlio voluto e cercato. E accanto a lei, la figura di sua madre con la quale nasce un’alleanza, un momento di condivisione sul problema di dover combattere e lottare da soli. E in queste pgine infatti – ha precisato Poropat – si percepisce un senso di solitudine, solitudine nel mondo del lavoro, ma anche nel apporto con l’uomo che nel libro rimane sullo sfondo».

Ma ”Nove per due” è anche un libro dell’impegno civile, ove sono riportati alcuni dati statistici. Per Anna Maria Mori infatti l’acquisizione delle donne di oggi di una maternità consapevole va a scontrarsi con la contemporanea acquisizione di una identità di persone che vogliono realizzarsi come tali nel lavoro e nella professione. Ma in questo, l’Italia è il paese più arretrato d’Europa.

«Accettare, oggi, la maternità consapevolmente, ha detto Mori – di cui va ricordato anche tra l’altro la sua collaborazione con Repubblica, e con radio e televisione – è un gesto di grande coraggio che meriterebbe un supporto e la solidarietà della società e delle istituzioni». Ma ha anche sottolineato l’incapacità delle donne di allearsi tra loro, e la discriminazione della donna nel mondo del lavoro che la costringe talora a lasciare, con un ritorno a casa che la rende depressa e rassegnata. E una madre, invece, deve trasmettere a un figlio ottimismo e gioia. E con forza ha detto che c’è un grande bisogno di parlare, di confrontarsi, di portare a galla i problemi, ribadendo di aver sempre dato voce nella sua narrativa a chi non l’aveva, alle vittime, così come ha sempre cercato delle verità possibili, e non appiattite.

La presentazione di ”Nove per due” ha inaugurato gli ”Incontri con l’autore” promossi dalla libreria Lovat, che si è aperta il 24 ottobre e i cui prossimi appuntamenti sono oggi 12 con Gian Mario Villalta, e venerdì 20 con Michela Murgia. A dicembre ci sarà un solo incontro, la dat anon è ancora definita.

Grazia Palmisano

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