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La morte di Cecovini: reazioni a Trieste (Il Piccolo 07 nov)

di MATTEO UNTERWEGER e ELISA COLONI

TRIESTE «Se n’è andato un grande uomo, che si era battuto per Trieste, di cui era stato anche sindaco». Roberto Dipiazza, primo cittadino della città giuliana, ricorda così Manlio Cecovini. «È stato uno dei fondatori della Lista per Trieste – prosegue Dipiazza – e ha bloccato la nascita della zona industriale del Carso, prospettiva che se realizzata sarebbe stata deleteria per la nostra città. Esprimo il mio cordoglio ai parenti, e qualora lo volessero comunico che l’amministrazione mette a disposizione la sala del Consiglio comunale per l’allestimento della camera ardente».

Un episodio torna alla mente del deputato del Pdl Roberto Antonione: «Era il periodo in cui Cecovini stava uscendo dal Consiglio regionale mentre io mi accingevo a entrarvi. Un giorno lo incontrai e mi disse: “Sarai eletto e farai bene”. Ci lascia una grande personalità e un faro per la cultura triestina». Ettore Rosato, altro esponente triestino in Parlamento ma con i colori del Pd, afferma: «Sono molto addolorato per la scomparsa di un uomo che ha dato tantissimo alla città. Una persona di grande intelligenza e lungimiranza, che sicuramente deve essere presa a esempio dai giovani, anche per il suo forte spirito di servizio. Ricordo di averlo incontrato quando già aveva terminato la sua attività politica – racconta Rosato -. Ero assieme a Riccardo Illy e la mia impressione, allora, fu quella di una persona estremamente lucida e attenta alle vicende della sua Trieste, che credo abbiamo amato come una figlia».

Dal congresso di Fli a Bastia Umbra, non ha fatto mancare la sua testimonianza il sottosegretario Roberto Menia: «Se ne va un uomo che ha segnato una città e un’epoca. Dal mio punto di vista, con una sorta di rilettura postuma, posso dire – continua Menia – come la protesta contro il Trattato di Osimo all’epoca abbia paradossalmente depauperato una questione che riguardava in realtà tutta la nazione e non solo Trieste. Indubbiamente gli va riconosciuto il suo valore, di sindaco e intellettuale che ha lasciato il segno. E ricordo il Consiglio comunale dell’epoca con Cecovini, Almirante e Pannella…». Per il senatore pidiellino Giulio Camber, Cecovini è stato un “maestro”: «Nel dopoguerra Trieste ha avuto due grandi guide: Manlio Cecovini e monsignor Antonio Santin. Come tanti triestini – riflette Camber – ritengo una fortuna averli potuti conoscere e frequentare».

«Senza dubbio – è il pensiero del deputato della Lega Nord, Massimiliano Fedriga – con la morte di Cecovini perdiamo un pezzo di storia della città». Una riflessione che combacia con l’incipit delle considerazioni di Maria Teresa Bassa Poropat: «Manlio Cecovini è stato un uomo di grande spessore, che ha rappresentato un pezzo della storia di Trieste – commenta la presidente della Provincia -. A caratterizzarlo erano la grande cultura, l’intelligenza, la capacità di lettura politica, che oggi sicuramente manca. In un momento storico in cui in politica si moltiplicano gli uomini del fare, Cecovini ha saputo essere un uomo di pensiero, di concetto. Era capace – continua Bassa Poropat – di elaborare concettualmente i progetti politici, e anche per questo motivo credo che si possa considerare uno dei simboli della cultura politica alta di Trieste, espressione di una città pensante». Simile il giudizio dell’esponente del Pd Milos Budin, già parlamentare e sottosegretario: «Cecovini è stato un uomo di ampia cultura, che conosceva Trieste approfonditamente. Di questa conoscenza ha saputo fare tesoro, trasferendola sul piano dell’attività politica».

Con Cecovini ha condiviso un lungo percorso in seno alla Lista per Trieste. E infatti le parole di Giulio Staffieri sono lo specchio del suo stato d’animo in un momento triste: «Era un personaggio al di sopra delle righe e dei valori normali. Qualsiasi dichiarazione è ora una banalità assoluta. Gli va riconosciuto il fatto che la città con lui ha avuto un ottimo leader alla propria guida. La storia – conclude Staffieri – dirà quanto e come Cecovini abbia influito su Trieste». Altro politico che per anni si è trovato fianco a fianco con Cecovini è Sergio Pacor, oggi presidente del Consiglio comunale: «Ci ha lasciati un personaggio che ha segnato settant’anni della storia di Trieste, per il suo impatto politico, culturale e pure per il ruolo di avvocato dello Stato. È stato lui – sottolinea Pacor – il primo sindaco non proveniente dalla Dc, e io sono stato il suo vice. Ha cambiato il modo di amministrare la città, con una giunta “laica”. Il Comune mette a disposizione della famiglia la sala del Consiglio comunale per la camera ardente».

Anche l’ex parlamentare della Dc, Corrado Belci, le cui convinzioni e i cui punti di vista sono stati sempre lontani da quelli di Cecovini, rende omaggio all’ex sindaco, «figura di grande rilievo, su posizioni politiche da me non condivise e distanti dalle mie, e per il quale resta un grande rispetto».

A esprimere il cordoglio del Consiglio regionale è stato il presidente dell’assemblea di piazza Oberdan, Maurizio Franz: «Cecovini è stato senza ombra di dubbio figura di spicco del panorama culturale giuliano e regionale contemporaneo come saggista e narratore, senza trascurare la sua iniziale attività di avvocato e magistrato e prima ancora alpino della Julia, di cui andava particolarmente fiero», evidenzia Franz.

«Una figura immensa per Trieste, Cecovini è stato un politico che ha formato i pezzi migliori della nostra classe politica attuale. Mi riferisco in primis a Giulio Camber». Il presidente della Lpt, Denis Zigante, ricorda così l’uomo che per anni è stato il leader della Lista stessa. Aggiungendo infine: «Si spegne un personaggio luminoso, che ha lasciato qualcosa sulla strada dell’impegno civile per la città».

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