«Non tutti, nella Resistenza si batterono per la democrazia». Firmato Edmondo Cirielli. Arriva puntuale come tutti gli anni il manifesto della Provincia di Salerno sulla Liberazione e dopo aver accusato nel 2011 Palmiro Togliatti di essere stato «complice morale della feroce pulizia etnica delle foibe scatenata dai partigiani jugoslavi del dittatore Tito» e aver ringraziato nel 2010 «gli Alleati che nel 1945 hanno salvato l’Italia e l’Europa dal comunismo», dimenticando i partigiani, quest’anno è proprio con i partigiani a prendersela Palazzo Sant’Agostino. O meglio, con una parte di chi della Resistenza fu protagonista, ma non «con onore e civiltà, come dimostrano i fatti accaduti nel ‘Triangolo della morte’, tra le province di Reggio Emilia, Bologna e Ferrara». Area in cui si registrarono tra il ‘45 e il ‘48 omicidi politici attribuiti da alcuni storici a ex partigiani o militanti del Pci.
La festa del 25 aprile «celebra la riconquista della libertà del popolo italiano dall’occupazione nazista e il ripristino dei valori della democrazia compromessi dal fascismo» scrive il presidente Cirielli, aggiungendo però «come non ci si debba chiudere in rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza, in particolare del movimento partigiano, come non se ne debbano tacere i limiti e le ombre».
Quindi, continua il deputato Pdl, «è giusto che, dopo tanti anni, un pensiero commosso vada a tutti coloro, in particolare ai Caduti, che combatterono per la Patria, anche quelli che, in buona fede, lo fecero dalla ‘parte sbagliata’. Così come è giusto ricordare che tanti Italiani persero la libertà, la terra dei propri avi, la vita, costretti a fuggire dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia, sull’ombra della feroce pulizia etnica delle foibe, scatenata dal dittatore jugoslavo Tito, con la complicità dei leader comunisti italiani». E i riferimenti (sempre a Togliatti segretario Pci dal ‘38 al ‘64) non sono puramente casuali.
Sandro Di Domenico
“Corriere del Mezzogiorno” 24 aprile 2012