di PIETRO SPIRITO
TRIESTE È un’avventura del mare che dura da 151 anni, una saga che parte dall’isola di Lussino e si diffonde in tutto il mondo, una dinastia arrivata alla settima generazione e che ha lasciato il suo nome in un secolo e mezzo di evoluzione dell’econonia e dei trasporti, dall’armamento navale ai grandi traffici internazionali. Quella della famiglia Cosulich è stata ed è una grande «dinastia adriatica», come titola la mostra.
La mostra, organizzata dal Comune di Trieste con l’assessorato alla Cultura e allestita al Museo del Mare di Campo Marzio 5, sarà inaugurata sabato alle 18 (oggi la presentazione alle 11.30), e rimarrà aperta fino al 1 febbraio 2009 (da martedì a domenica 8.30-13.30 / 16-19, e in occasione della Barcolana fino alle 22, lunedì chiuso).
Stampe, quadri, oggetti della vita di bordo, documenti, fotografie, testimonianze, modelli di navi: due interi piani del museo di Campo Marzio sono stati completamente riadattati dalla Comunicarte per ospitare il lungo percorso espositivo di quella che è la prima mostra a livello nazionale su una delle più importanti dinastie marittime. La mostra «Cosulich, dinastia adriatica» è un viaggio nel tempo – a cura di Giulio Mellinato, docente di Storia dell’economia all’Università degli studi di Trieste – in grado di portare il visitatore alla conoscenza della crescita del complesso albero genealogico dei Cosulich. Un albero che affonda le radici nel mare di Lussino, con i primi velieri varati da Antonio Felice, e allarga i suoi rami fino ai giorni nostri, con la Fratelli Cosulich spa, vale a dire Antonio Felice (presidente) Andrea (vicepresidente), Augusto e Matteo (amministratori delegati): agenti marittimi, terminalisti ma anche – di nuovo – armatori, con tre unità di fresco varo specializzate nel tasporto di carburante per navi, 330 dipendenti diretti e 900 milioni di euro di fatturato aggregato.
«La storia della famiglia Cosulich – spiega Giulio Mellinato – segue la storia della marineria in alcune fondamentali tappe tecnologiche: i primi velieri con Antonio Felice, i piroscafi con Callisto e Alberto, le attività diversificate dei figli di Callisto: Oscar, con la compagnia area Sisa, Augusto, con i cantieri di Monfalcone, Antonio, con la società di navigazione, Guido nel Lloyd Triestino, Alberto II, che fu direttore delle officine aeronautiche di Monfalcone». La mostra mette a fuoco soprattutto le loro figure, il cui operato rappresenta la struttura portante dell’intera dinastia.
Ma c’è dell’altro. La storia dei Cosulich, aggiunge Mellinato, «consente di seguire le altalenanti stagioni dell’economia internazionale, che così profondamente hanno segnato i destini di Trieste, e ne hanno subordinato la prosperità alla capacità del retroterra di acquistare merci e materie prime da mercati lontani». Due guerre mondiali, il passaggio dall’amministrazione austriaca a quella italiana, la ripresa, nel ventennio tra i due conflitti, delle consuete rotte tra Nord America e Europa. Ed è l’epoca delle motonavi Saturnia e Vulcania, simbolo di una stagione nobile dell’andare per mare, esempio di una gestione razionale ed elegante del trasporto passeggeri. È l’epoca dei manifesti pubblicitari firmati da Timmel, Orell, Marussig o da grafici come Quaiatti o Giordani, manifesti riprodotti nella mostra al Museo del Mare a dare il senso della navigazione «di classe». La perdita del cantiere di Monfalcone prima, che diventò parte dei cantieri Riuniti dell’Adriatico, la confluenza, nel 1933, di tutte le società nell’Iri poi, e infine l’assorbimento, nel 1936, nella Finmare, sarebbero stati i momenti cruciali di una mutazione che dal dopoguerra ad oggi avrebbero portato la famiglia a ricominciare la sue avventura nel mare come agenzia marittima e gestione di equipaggi, fino al ritorno all’attività armatrice di oggi. «Questa straordionaria storia – continua Mellinato – è stata resa possibile dal fatto che, al centro di un fitto intreccio di relazioni d’affari, la famiglia ha potuto evolvere e mantenere sotto controllo le proprie attività soprattutto grazie ad una struttura interna molto solida, segnata da legami forti tra i diversi membri, da competenze elevate, da apprendistati severi e da una dedizione al mare che per molti è stata una scelta di vita, e non solo una professione».
«Per noi della famiglia – interviene Matteo Cosulich, attuale amministratore delegato della Fratelli Cosulich – questa mostra rappresenta un’importante opportunità, anche perché è la prima volta che viene realizzato uno studio composito sulle vicende che hanno interessato oramai sette generazioni, e per molti versi l’esposizione al Museo del Mare è una scoperta anche per me».
«Dopo la mostra nel 2007 dedicata alla famiglia Parisi e la rassegna su Sciarrelli lo scorso anno – spiega l’assessore alla Cultura Massimo Greco – continuiamo nella direttrice di ricerca di promuovere una cultura del mare nel senso più ampio: dalla storia dell’economia all’evoluzione dei trasporti, dall’arte alle vicende delle principali famiglie, il tutto in un’ottica nazionale e internazionale, una prospettiva cioè che riguarda non solo Trieste e i triestini, ma può soddisfare un interesse generale». E nel recupero di una cultura del mare «che rischia di andare domenticata», anche il rilancio, di cui la mostra vuole essere tappa rilevante, dello stesso Museo del Mare. «Alcuni modelli in esposizone – spiega il direttore Sergio Dolce – provengono dai ricchi depositi del museo, che sta vivendo un periodo di rilancio: i visitatori sono in aumento, la mostra su Sciarrelli ha contato 3400 presenze mentre le serate estive hanno avuto una media di 300 spettatori a sera». E la Regione ha stanziato 400mila euro per il ripristino delle facciate dell’edificio.
Il catalogo della mostra «Cosulich, dinastia adriatica» sarà pronto fra un mese (pubblicato dall’editrice Silvana), mentre nelle’ambbito della rassegna dall’11 ottobre all’11 gennaio all’Acquario civico sarà allestita la mostra «Lussino: vivere tra mare e cielo – Fauna di un’isola dell’Adriatico».