Sessant’anni dopo l’avvio dell’esodo e appena entrata la Croazia nell’Unione Europea, si ritorna alla grande storia dell’Istria e della Dalmazia e alla tragedia adriatica con il libro di Paolo Scandaletti , che sarà presentato martedì 16 luglio alle ore 21 nella Basilica Patriarcale di Grado. Con l’autore ne parleranno il vescovo emerito di Trieste mons. Eugenio Ravignani, nato a Pola, il presidente della Federazione delle associazioni degli esuli Renzo Codarin, l’arciprete mons. Armando Zorzin.
I Romani, fondata Aquileia 181 anni prima di Cristo e fattone il porto dal quale orientavano i loro traffici su Costantinopoli e Alessandria d’Egitto, irradiano le loro strade verso le Alpi e i Balcani; scendono l’Istria e la Dalmazia, fondandovi città dall’impronta inconfondibile come Pola, Zara e Spalato. Verranno Bisanzio, i Franchi e il sistema feudale; ma sarà la Serenissima Repubblica di Venezia a dare sviluppo all’altra sponda adriatica per quasi mille anni.Anche sotto l’Austria gli italiani han continuato a far bene. Ma l’insensato attacco italo-tedesco alla Jugoslavia nel ’41 ha rotto gli equilibri, facilitato l’avanzata delle brigate partigiane di Tito nel nome del comunismo dei soviet; mentre continuavano a identificare tutti gli italiani con il regime di Mussolini.
La pulizia etnica e le foibe hanno costretto 350 mila italiani ad abbandonare tutto precipitosamente, spesso male accolti dalla loro patria. Grado è una delle esemplari eccezioni, avendo ben accolto, ospitato a fatto lavorare, ben 3500 esuli istriani, molti i pescatori tra loro.I libri di storia per le scuole italiane ignorano, ancora e colpevolmente, queste tragiche vicende. Invece, gli esuli hanno diritto alla memoria e questo libro spera di contribuire a rilanciarla, con equilibrio.
Lucio Toth, uno dei loro leader, ha scritto: ” E’ uno stupendo excursus storico dell’Istria e della Dalmazia, dall’antichità alle tragedie del ‘900, ad oggi”.La manifestazione “Libri e Autori a Grado”, che si svolge ogni luglio da 23 anni ed è curata da Paolo Scandaletti e Giuliana Variola, è promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal comune di Grado ; con la collaborazione della GIT, il sostegno della Fondazione Antonveneta e dell’Azienda vitivinicola Livio Felluga.
da www.arcipelagoadriatico.it 15 luglio 2013