ANVGD_cover-post-no-img

La Titonostalgia imperversa (Il Piccolo 23 apr)

di MAURO MANZIN

TRIESTE La Titonostalgia? Un sentimento, ma anche un affare. A parte l’intitolazione di una via centrale di Lubiana all’ex Maresciallo, a quasi trent'anni dalla sua morte, la figura di Jozip Broz Tito appare più popolare che mai in tutti i Paesi della ex Jugoslavia dove – complice la sfiducia e lo scoraggiamento legati alla crisi economica – si assiste a un fenomeno di autentica nostalgia nei confronti del Maresciallo che guidò con la mano forte e con successo la Jugoslavia dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla sua morte, il 4 maggio 1980.

Strade e piazze intitolate a Tito restano a Belgrado (Serbia), Zagabria (Croazia), Podgorica (Montenegro), Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), in Macedonia e a Capodistria.

A Belgrado riscuotono successo anche due iniziative turistico-rievocative: un giro attraverso i luoghi legati alla vita e all'attività del maresciallo, e un viaggio in treno, nel corso di un intero weekend, a Uzice (170 km a sudovest della capitale), principale centro del primo territorio in Europa liberato nel 1941 dall'occupazione nazista, grazie a Tito.

Sempre nella capitale serba è in corso una mostra, con grande afflusso di visitatori da tutta la ex Jugoslavia, dove sono in visione oggetti, ritratti e doni offerti a Tito (sia quando era in vita sia anche dopo la sua morte) da personalità politiche, organizzazioni di lavoratori e semplici cittadini, desiderosi di esprimere la loro ammirazione e riconoscenza per quella che viene ritenuta la saggia guida politica del maresciallo. Una mostra – come ha spiegato la curatrice Marina Dokmanovic – «che parla non solo di Tito ma anche di noi, dei cittadini dell'intera ex Jugoslavia, di come eravamo e di come ci comportavamo allora».

«Con te sono andati via tutti i vantaggi che avevamo: la sicurezza, il lavoro, la casa, i generi alimentari, i viaggi, una vita migliore», si legge su un tessuto ricamato a mano da una ammiratrice di Tito, in visione alla mostra, intitolata «Effetto Tito». «Sono nata nel 1945, sono cresciuta con Tito e con la nostra bellissima Jugoslavia che non potrò mai dimenticare. Sono felice che qualcuno ancora si ricorda del nostro amato compagno Tito», ha scritto una visitatrice sul registro del pubblico.

Non lontano dal Museo e dalla mostra – nel quartiere residenziale di Dedinje – si trova la Casa dei Fiori, un edificio moderno all'interno di un grande parco, con lo studio privato del maresciallo. È lì che è situata la tomba di Tito, morto a 88 anni (era nato il 7 maggio 1892).

«Non è solo nostalgia. La gente ha capito quali erano i valori e l'aspetto umano della vita ai tempi di Tito. Allora tutti avevano un lavoro, non c'era disoccupazione. Con Tito potevamo viaggiare senza problemi, oggi noi serbi abbiamo bisogno del visto. Mi creda, allora stavamo sicuramente meglio», dice convinta Mira Tokanovic, presidente del minuscolo partito comunista jugoslavo, venuta a deporre una corona di fiori sulla tomba di Josip Broz Tito.

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.