FIUME – Il 10 febbraio del 1947, in pieno periodo postbellico, veniva firmato, durante lo svolgimento della Conferenza di pace a Parigi, nel Salone dell'Orologio del Quai d'Orsay, il Trattato di pace tra l'allora Repubblica federativa popolare di Jugoslavia e la Repubblica d'Italia. A sessant'anni dall'evento che ha segnato il destino di queste terre, il Museo Civico di Fiume, in collaborazione con l'Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti promuove un'esposizione di carattere storico dal titolo “I trattati di pace tra la Repubblica popolare federativa di Jugoslavia e l'Italia – Parigi 1947”. Autore della mostra che sarà inaugurata oggi, alle ore 19, è Mladen Grgurić.
La mostra, che comprende tutta una serie di fotografie e documenti storici legati all'argomento, si apre con uno spaccato inerente i fatti storici risalenti al periodo antecedente alla firma del trattato di pace, andando a ritroso fino alla Conferenza di pace di Versailles del 1919 tra le forze alleate – Gran Bretagna, Francia e Russia – e il Regno d'Italia, nel corso della quale si decise di cedere all'Italia una parte dei territori di Istria e Dalmazia, oggi croati e sloveni, appartenuti all'Impero Austro-Ungarico, alla parte italiana.
Tornando alla Conferenza di pace di Parigi, per l'Italia si trattò di un “diktat” che sancì la perdita dei territori dell'Istria, di Fiume, di Zara, dell'isola di Lagosta e di parte del Friuli Venezia Giulia, mentre Trieste come “territorio libero” passò sotto l'amministrazione militare anglo-americana. “Le grandi potenze, Stati Uniti d'America, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia, avevano così punito l'Italia per l'aggressione fascista – si riconosce nella presentazione della mostra –. Con grande sforzo la delegazione italiana, guidata da Alcide De Gasperi, riuscirà a far sentire la propria voce durante i negoziati ma i suoi interventi non basteranno a ottenere miglioramenti significativi. L'Italia sarà costretta, fra l'altro a importanti cessioni territoriali lungo i confini occidentali e orientali, alla rinuncia delle colonie e al risarcimento dei danni di guerra”. Il Trattato entrerà in vigore il 15 settembre del 1947, siglando così una tragedia annunciata, quella dell'esodo delle genti dei territori ceduti, delle foibe e della cancellazione dei diritti basilari dei cittadini rimasti da parte dei “vincitori”.
La mostra “I trattati di pace tra la Repubblica popolare federativa di Jugoslavia e l'Italia – Parigi 1947” verrà inaugurata dal sindaco di Fiume Vojko Obersnel. Previsti gli interventi di Dinko Tamarut, presidente dell'Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti, del direttore del Museo Civico Ervin Dubrović e dell'autore, Mladen Grgurić. L'esposizione della mostra rimarrà in visione fino al 6 giugno. (vc)