Esperti di cultura italiana delle Università canadesi e nordamericane ed italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, arrivati ieri dal Canada a Pola per sentirsi parte integrante di un territorio d’origine, dalle medesime radici culturali e linguistiche. La venuta degli ospiti ospiti alla Comunità degli Italiani di Pola, rappresenta l’ultima simbolica tappa del Convegno della Società Canadese per gli studi di Italianistica promosso a Trieste (29 giugno – 3 luglio) in collaborazione con il Dipartimento di Italianistica Linguistica Comunicazione Spettacolo dell’Università degli Studi di Trieste e con la partecipazione del Centro per gli studi Canadesi dell’Università di Udine.
Ponte tra due continenti
Sentiti saluti formulati da Claudia Millotti, presidente dell’Assemblea della CIP con saluto agli organizzatori – Olga Zorzi Pugliese, Konrad Eisenbichler dell’”University of Toronto”, Elvio Guagnini e Rienzo Pellegrini dell’Università degli studi di Trieste – per aver incluso nel programma convegno la visita all’Istria ed a Pola e ringraziamento particolare alla partecipazione attiva del Presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, Furio Radin nonchè del presidente della Giunta esecutiva Maurizio Tremul, di Luciano Lago, presidente dell’Università Popolare di Trieste rappresentata pure dal direttore amministrativo Alessandro Rossit.
“Non posso non sottolineare – ha esordito la Millotti – il profondo significato culturale, morale, umano e politico che riveste l’odierno incontro. Una calorosa e sentita lode agli ideatori di questa iniziativa che ci permette di essere ponte non solo, come finora, tra nazione madre e terra delle nostre radici storiche, terra istriana, ma addirittura ponte tra due continenti.” Quindi, obbligatoriamente ad esibire la nostra mappa identitaria a partire da Pola, città che è Roma dell’Istria con i suoi secoli di storia, fino a città dell’esodo per antonomasia, (parlando di necessità di ricongiungere la matrice comune) alla contemporaneità rappresentata dall’importante nascita e istituzione in loco dell’Euroregione Adriatica, della presenza già radicata dello spirito europeo. Occhio di riguardo alla componente etnica italiana e alla sua integrazione nel tessuto pubblico-civile urbano, al ruolo della CI, alla presenza del bilinguismo orale-scritto e a tutta l’attività comunitaria volta al mantenimento, all’affermazione e sviluppo della lingua, cultura e identità italiana per rispondere a quel bisogno di appartenenza, di stima, di autorealizzazione da comunità italiana autoctona. Un tanto per risaltare la perseveranza e il coraggio dei rimasti quale fattore di sopravvivenza linguistico-culturale e identitaria.
I mattoni di una casa etnica
Il microfono quindi a Tremul per raccontare (con proiezioni) “La Comunità nazionale italiana in Slovenia e Croazia”: un carrellata, con rappresentazione statistico numerica, che ha spiegato cos’è in queste terre la cultura italiana, comunità autoctona che nei valori della convivenza fonda la propria attività, fiera delle proprie radici e pienamente integrata, unitaria seppur divisa tra due stati autonomi. Sarà stato sicuramente interessante scoprire, per chi del Canada, la strutturazione della nostra verticale scolastica, apprendere dell’esistenza e vita delle 52 Comunità degli Italiani costituenti “i mattoni” di una costruzione etnica, facenti capo all’Unione Italiana, massimo organo rappresentativo e unitario, nel pieno rispetto delle statualità, autonomo, democratico e pluralista degli italiani di Croazia e Slovenia. Discorso improntato sulla presentazione delle comunità autogestite della nazionalità italiana (CAN) e loro funzione, sugli ordinamenti sloveni e croati che permettono il riconoscimento dei seggi specifici ai relativi parlamenti, sui Consigli della CNI in Croazia con particolare accento sulle istituzioni della CNI (Centro culturale di promozione cultura, formazione e sviluppo, "Carlo Combi" di Capodistria, i mass media della CNI, indicando come una delle più importanti istituzioni della CNI la casa editrice “EDIT”, poi il Dramma Italiano di Fiume, il “Centro di ricerche storiche di Rovigno”, il “C.I.P.O., la “Pietas Julia”).
Per tramite l'UPT
Il prof. Luciano Lago da parte sua ha giustamente risaltato la missione dell’Università Popolare di Trieste come braccio operativo del Ministero agli Affari Esteri per il sostegno dell’attività della CNI, ossia il suo costante impegno nella tutela e promozione della cultura italiana. Qui un breve escursus storico dalla nascita dell’Università fino alla sua costituzione come ente morale, UPT mirato con piano interventi rivolti alla rinascita e mantenimento dell’italianità nell’istro-quarnerino.
Fieri delle radici
Portavoce e interprete dei saluti e del pensiero della Federazione Giuliano Dalmata costituita dagli emigrati canadesi (20 mila persone integrate in 6 associazioni) è stato lo stesso prof. universitario (Toronto), Konrad Eisenbichler, nel dire che si è gente fiera delle proprie radici, che si dà da fare per rimanere uniti anche se usciti da queste terre a cui ci si sente ancora legati. Si è parlato di differenza tra esperienze di esodati italiani istriani-dalmati, dimenticati dallo Stato italiano e mal capiti perché ritenuti comunque di origine “straniera”, consci e testimoni rassegnati del processo di piena assimilazione dei loro figli nel nuovo mondo canadese. Sentimenti, amarezze della condizione di canadesi d’adozione, il dolore della distanza sono stati interpretati con la lettura dei bei versi dialettali di Gianni Angelo Grahovac, d’origine fiumana, testimone della città “svuotata”, versi che parlano di figli “stranieri” ma “fiumani di marca”.
Personalità diverse ma omologhe
A portare in campo le sue emozioni anche Rienzo Pellegrini, ringraziando la piena disponibilità dell’UPT e dell’UI per la concretizzazione di detto incontro preceduto da convegno, raduno di “italiani diversi con personalità omologhe”, inclusivo di dibattito con la magnificenza di espressioni linguistiche diverse e tante ore di amicizia e affratellamento sincero.
Un “felice di aver fatto la vostra conoscenza” da parte di Furio Radin, onorato di veder a Pola rappresentanti di importanti enti canadesi che si invitano a conoscere “l’italianità diversa” che sta in noi e l’”italianità” che è ormai insita oggi anche nella popolazione croata e slovena. È Radin ad aver individuato ieri il paragone e la similitudine della multiculturalità canadese e istriana, tirato le somme sul sentimento di appartenenza regionale ma anche ad aver mandato a dire un grazie alle grandi comunità aglosassoni e francofone per aver accettato tanta nostra gente nel loro mondo. Infine, i saluti espressi da Silvana Wruss da presidente della Società “Dante Alighieri” e da Olga Zorzi Pugliese cui è stato affidato il compito degli omaggi e della consegna di regali souvenir in ricordo che sono stati recirpoci. Conclusione con buffet offerto alla CIP e visita alle monumentalità di Pola.
Arletta Fonio Grubiša