ZAGABRIA – Il Sabor ha deciso che i cittadini croati, nelle prossime elezioni locali nel 2009, sceglieranno direttamente i sindaci e i presidenti delle Regioni. La consultazione, in questo modo, si svolgerà con il sistema maggioritario. In altre parole, a vincere sarà colui che otterrà più del cinquanta per cento dei favori degli elettori. In caso contrario, nella seconda tornata gareggeranno coloro che avranno ottenuto il maggior numero di voti nel primo turno.
I candidati per i vertici locali, dovranno avere una residenza di almeno sei mesi nella rispettiva municipalità, mentre per la candidatura dovranno raccogliere da un minimo di 50 firme per i Comuni a un massimo di mille per le Città, rispettivamente cinquemila per il sindaco di Zagabria. Con la medesima legge, si prevede anche la possibilità che i cittadini, tramite referendum, esonerino il sindaco.
In tutti i comuni e le municipalità dove le etnie rappresentano più del 15 per cento della popolazione, ovvero laddove gli Statuti locali lo prevedono, verranno eletti obbligatoriamente dei vicesindaci appartenenti alle minoranze. Si è giunti a questa soluzione grazie a un emendamento firmato a nome del gruppo parlamentare delle etnie, dal deputato della CNI Furio Radin e dalla parlamentare delle minoranze ceca e slovacca Zdenka Čuhnil. Nel caso in una località il sindaco e il vicesindaco dovessero appartenere ambedue al popolo di maggioranza, verrà eletto un vicesindaco tra le file minoritarie. Ad eleggerlo, e questa è la grande novità, saranno direttamente gli elettori delle etnie. Si renderà necessaria, in questo caso, l'indizione di elezioni suppletive per i soli elettori delle minoranze.
Inutile dire che si tratta di una legge importantissima per gli italiani dell'Istria che in virtù del numero, ma anche degli Statuti in tantissime località, avranno diritto al vicesindaco eletto tra le file della propria etnia. Molto probabilmente saranno chiamati a partecipare anch'essi a elezioni suppletive in parecchi casi.
L'emendamento presentato dal deputato della CNI Furio Radin e dalla parlamentare delle minoranze ceca e slovacca Zdenka Čuhnil riveste una grandissima importanza per l'Istria perché c'era davvero il rischio di rimanere senza vicesindaci italiani. In seconda lettura la legge prevedeva la possibilità di eleggere vicesindaci minoritari, non l'obbligo e oltrettutto il diritto all'elezione era tutto nelle mani delle Assemblee comunali, ovvero municipali. "Fortunatamente" vi è stata anche la terza lettura per questa legge che in zona Cesarini ha registrato un "balzo di qualità" fondamentale per le comunità nazionali. (ds-ss)