FIUME – “È una cosa inspiegabile e non riesco ancora a crederci. Non trovo un motivo valido per cui mio marito, una persona sempre disponibile e socievole, allegro, sia rimasto vittima di un’aggressione talmente brutale da trovarsi ora in fin di vita all’ospedale. Doveva essere una vacanza come tutte le altre nostre, tranquilla e riposante. E guardate che cosa è successo!”. A raccontarlo, con voce dimessa, è stata ieri la 54.enne Rosella Saporiti, moglie del 61.enne Pierangelo Cerano, l’uomo che la notte tra sabato e domenica è stato aggredito da due ignoti mentre stava dormendo nel suo camper nell’autocampeggio “Konobe”, a Ponte (Punat), sull’isola di Veglia. Abbiamo incontrato la donna, che con la famiglia risiede in provincia di Varese, dinanzi al Reparto di terapia intensiva del Centro clinico-ospedaliero di Sušak, dove è giunta assieme al figlio 29.enne Riccardo e ad altri familiari, per vedere il consorte e consultarsi con i medici.
“Siamo arrivati a Ponte i primi giorni di maggio, come facciamo tutti gli anni, anche per sistemare il camper per luglio. Io ero appena tornata a casa in Italia dove ho i genitori malati, che hanno bisogno di aiuto. Sarei tornata la prossima settimana. Non riesco a capire come possa essere successa una cosa così orrenda. Veniamo qua da 17 anni e ormai conosciamo tutti. In tutti questi anni non è mai successo nulla, non avevamo mai avuto problemi. So per certo che mio marito non aveva litigato con qualcuno nei giorni precedenti l’aggressione. Lui è una persona troppo allegra e disponibile, sempre di buonumore, e sa trattare con le persone. Non so cosa sia successo esattamente, ma da quanto Pierangelo ha raccontato al nostro vicino di roulotte, un tedesco che però sa l’italiano, subito dopo che gli aggressori se ne sono andati, sembra che due persone lo abbiano sorpreso nel sonno. Poi c’è stata una colluttazione e quindi lo hanno colpito in testa con qualcosa. Dicono che tutto sia successo all’interno del camper, ma io ho visto del sangue anche fuori. Quando ha raggiunto il vicino, mio marito era ancora cosciente. Hanno chiamato immediatamente la polizia dal cellulare di Pierangelo. Hanno chiamato due volte, ma i poliziotti sono arrivati appena dopo due ore. Non capisco perché ci hanno messo tanto. Nell’attesa, mio marito si è sentito male, ha vomitato più volte e infine ha perso i sensi. Appena dopo due ore, sono giunte anche le squadre del Pronto soccorso. Non so se sia stato ricoverato prima alla Casa di salute di Veglia (Pierangelo Cerano è stato soccorso inizialmente a Veglia e in seguito trasferito a Fiume, nda) o subito all’ospedale di Fiume. Comunque sia, l’ematoma che ha in testa si è allargato e lui è entrato in coma. È stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico e ora vedremo come si svilupperanno le cose. In quanto agli aggressori, non ho idea di quale possa essere stato il loro movente. Sembra, infatti, che non abbiano rubato nulla dal camper. Devo ancora controllare, ma credo via siano rimati intatti sia il borsellino di mio marito con 100, 200 euro e i documenti personali, il telefonino, un minuscolo televisore, un lettore DVD e altri oggetti di valore. Non capisco veramente”, ha raccontato la donna con espressione affranta aggiungendo che suo marito aveva lavorato per anni come direttore del personale dell’azienda di elettrodomestici “Whirpool” a Varese. “Quattro anni fa si era ritirato. Nei primi due anni di pensione, aveva continuato a lavorare come consulente mentre negli ultimi anni aveva deciso di godersi la vita e di riposarsi. Ha viaggiato per tutto il mondo e sa trattare con le persone. Tutto questo è inspiegabile. Ad avvertirmi sono stati i titolari dell’autocampeggio i quali, come me, sono sconvolti. Non ho paura dopo quanto è successo, ma provo un profondo disagio. Spero soltanto che mio marito se la cavi e che ritorni da me e dai nostri tre figli, Riccardo, Valeria di 31 anni e Leonardo, di 21”.
Ivana Precetti