TRIESTE – Sviluppare le potenzialità turistiche ed economiche dell’Adriatico, grazie alla sinergia tra i porti, che pur mantenendo alto il livello di competizione, devono “implementare investimenti comuni”, è questo ciò che è emerso nei giorni scorsi alla Stazione Marittima di Trieste, nel corso del Forum sul progetto europeo Portus (Perspectives On inter-Regional Transport Unitari System), che ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema logistico integrato dei porti del centro-nord Adriatico. Un obiettivo che si presenta sempre più raggiungibile dato che la giornata di apertura del forum ha coinciso con l’accordo raggiunto da Boniciolli e Casar per la collaborazione tra i porti di Trieste e Capodistria, una sinergia tra porti che è stata definita come un “elemento necessario e prioritario” anche dall’assessore regionale Lodovico Sonego e comunale Maurizio Bucci, presenti al convegno assieme a Franco Rota della Camera di commercio e al direttore generale dell’InCe Harald Kreid. Inoltre, venerdì 12 ottobre, presso la sede dell’Autorità Portuale (Torre del Lloyd) si svolgerà la cerimonia della forma del Memorandum of Undestanding tra l’Autorità Portuale di Fiume e quella di Trieste che getta le basi della futura cooperazione tra i rispettivi porti che si ripropongono di avviare un programma comune di iniziative promozionali, nonché di collaborare in tutti i settori di interesse comune.
Valorizzare le specificità
Premesse ottime lungo il percorso di avvicinamento a una finalità che, se raggiunta, permetterebbe di risollevare le sorti del mare Adriatico, che “rimane ad oggi solo un corridoio all’interno del Mediterraneo, da cui resta isolato e all’interno del quale si posiziona agli ultimi posti per movimentazione di merci” – ha affermato Stefano Soriani, docente dell’Università di Venezia che dirige i lavori di ricerca sul mercato marittimo globale per il progetto Portus.
Valorizzare le specificità dei singoli scali dell’Adriatico e alimentare la concorrenza tra i porti, ma mettendo però a fattor comune buona parte degli investimenti, migliorando le infrastrutture e la gestione dei servizi informatici, promuovendo strategie di marketing comuni: è solo nell’ottica di una competizione inserita all’interno di un quadro di cooperazione e sviluppo integrato che le diverse realtà portuali del Centro e Nord Adriatico potranno tentare di conquistare un ruolo importante nella nuova geografia del commercio marittimo intercontinentale.
Armonizare le legislazioni
Nel mercato globale odierno i flussi commerciali sono stati totalmente rivoluzionati e i porti dell’Estremo oriente fanno la parte dei leoni, grazie a realtà come quella di Shangai, che negli ultimi quattro anni è cresciuta del 103 per cento, raggiungendo il primo posto nella classifica mondiale dei porti sul fronte dei contenitori. Il Mediterraneo resiste, con realtà come Barcellona e Genova che marciano a velocità sostenute, mentre l’Adriatico rimane marginale e periferico. Qui non arrivano le grandi navi perché non esistono infrastrutture efficienti a terra per il trasporto delle merci. Agli occhi della Cina tra lo scalo di Trieste o quello di Capodistria non c’è differenza. Ma se i due porti, assieme a Venezia, creano sinergie, allora possono fare la differenza e attirare le navi nell’Adriatico. Poi sarà il migliore dei tre ad aggiudicarsi quelle navi. In tal senso – è stato ricordato nel corso del Forum – per gli scali adriatici risulta fondamentale recepire la normativa europea che impone, entro l’estate 2009, precise garanzie per il traffico intercontinentale, pena l’inaccessibilità a mercati come quello americano. Dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, infatti, negli Stati Uniti – è stato ricordato – sono stati siglati accordi internazionali che prevedono, per i Paesi dell’Unione europea, il recepimento di trattati che definiscono standard comuni in materia di sicurezza. L’obiettivo è armonizzare le legislazioni in tema di sicurezza e portualità, oggi disomogenee, evitando l’esclusione dai traffici intercontinentali, che toccano anche il mercato crocieristico.
Scenari strategici
Da indicare che a Trieste si tornerà a parlare di porti nelle giornate di venerdì 12 e sabato 13 ottobre, quando presso la Camera di Commercio è in programma il convegno intitolato “I porti marittimi a rilevanza internazionale e nazionale” organizzato dalla cattedra di Diritto amministrativo della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Trieste. Il convegno costituisce un’importante occasione di analisi del sistema portuale, il quale nella sua dimensione di rilevanza nazionale e internazionale, lungo i corridoi tirrenico ed adriatico, costituisce un fattore strategico per la definizione dello scenario di crescita dello spazio euro – mediterraneo. Qualsiasi prospettiva di crescita, infatti, non può non poggiare sui presupposti di uno sviluppo equilibrato del sistema dei trasporti. L’iniziativa scientifica si prefigge di analizzare sotto il profilo giuridico ed economico la rilevante realtà dei porti italiani, in generale e di quello triestino, in particolare.
Guido Giuricin