ZARA – Nel corso di una riunione svoltasi presso la Camera d'economia regionale di Zara, i membri del Consiglio dell'Associazione dei pescatori e della lavorazione del pesce hanno dato appoggio alla presa di posizione del Governo sulla completa applicazione della zona protetta ittico-ecologica (ZERP) a partire dal 1.mo gennaio prossimo. Esigono, comunque che i pescatori dei paesi vicini che pescano nelle acque territoriali croate, paghino un indennizzo per il pescato. Nel corso del dibattito, è stato messo in rilievo che la completa applicazione della ZERP deve soddisfare dapprima gli interessi degli abitanti delle isole e della costa, poi l'industria del pesce e appena allora quelli dell'Unione europea.
Il presidente del Consiglio Miro Kučić, ha fatto un esempio affermando che gli italiani dovrebbero pagare un indennizzo visto che "pescano ogni giorno nel mare territoriale croato".
Il Governo, secondo Miro Kučić, nella stesura del regolamento di comportamento in mare a partire dal 1.mo gennaio 2008, dovrebbe fare attenzione che in un periodo di transizione di quattro o cinque anni sia permessa la pesca agli italiani, solamente dietro pagamento di un indennizzo pari ad almeno il 30 per cento del valore globale del pescato. Ciò, secondo i suoi calcoli ammonterebbe a una somma che va dai 70 ai 90 milioni di euro se si tiene conto del fatto che i pescatori stranieri nell'Adriatico croato pescano per un valore che si aggira sui 250 milioni di euro.
Il direttore dell'Ufficio per la pesca in seno al Ministero dell'Agricoltura Ivan Katavić, ha precisato che la presa di posizione del Governo in merito alla ZERP resta invariata. Per quanto riguarda l'indennizzo, ha fatto presente che per il momento non esistono basi legali per agire in questo modo, visto che non ci sono accordi sulla pesca con i paesi membri dell'Unione europea.
Nel corso della stessa riunione, i rappresentanti degli allevatori e dell'industria della lavorazione del pesce, hanno espresso insoddisfazione per il sistema degli incentivi, rilevano che attendono il loro versamento degli incentivi stessi da oltre due anni e mezzo.
