FIUME – Si è svolta presso il Salone delle feste della Comunità degli Italiani di Fiume la conferenza sul tema “La mia esperienza di diplomatico in Istria, Fiume e Dalmazia” con in veste di relatore l'ambasciatore Pietro Ercole Ago, grande conoscitore dei problemi riguardanti la Comunità Nazionale Italiana. L'ambasciatore-amico, come lo ha definito nel suo discorso introduttivo la presidente della Comunità degli Italiani Agnese Superina, ha fatto una carrellata sugli otto anni trascorsi in veste di ambasciatore italiano nel territorio dell'ex Jugoslavia, soffermandosi sul suo operato incentrato in modo particolare sulle problematiche della Comunità Nazionale Italiana di Croazia e Slovenia. All'inizio della sua relazione, l'ambasciatore Pietro Ercole Ago si è detto lieto e commosso di trovarsi nuovamente a Fiume dopo 12 anni dalla sua partenza, avendo ricoperto l'incarico di ambasciatore dal 1986 al 1995.
Ricordi simpatici
“Ho dei ricordi particolarmente simpatici e costruttivi del periodo che ho trascorso in Istria, a Fiume e in Dalmazia, dove ho avuto modo di conoscere la vostra realtà minoritaria, della quale mi sono sentito partecipe – ha rilevato Pietro Ercole Ago –. Il mio interesse per le problematiche legate alle minoranze è iniziato nel 1965 con la tesi di laurea sul tema 'Bilinguismo e minoranze linguistiche', mentre nel periodo in cui ricoprivo la carica di ambasciatore si è delineato l'interesse per le problematiche della minoranza italiana dapprima in Jugoslavia, poi negli stati indipendenti di Croazia e Slovenia. Uno dei punti principali del mio operato era la tutela delle principali esigenze minoritarie”, ha spiegato Ago, aggiungendo che, data l'entità numerica ridotta della minoranza italiana nell'ex Jugoslavia, la sua divisione in due stati, la Croazia e la Slovenia, la sua attività si è rivelata un momento molto difficile e delicato.
Riconosciuto il carattere autoctono della CNI
“Durante la mia missione è stato necessario ottenere un'intesa fra gli stati di Slovenia e Croazia sull'unitarietà della Comunità Nazionale Italiana, ma anche un congruo aumento delle risorse finanziarie a favore della Comunità, indispensabili per la sua sopravvivenza. L'unitarietà della CNI si è concretizzata nel 1992, quando è stato riconosciuto il carattere autoctono della minoranza in ambedue gli stati”, ha spiegato l'ambasciatore Pietro Ercole Ago, il quale si è in seguito detto soddisfatto del rinnovato orgoglio di appartenenza alla CNI concretizzatosi anche con l'apertura di nuove sedi della Comunità degli Italiani. “Voglio esprimere la mia piena soddisfazione per gli ultimi sviluppi legati alla CNI con la consapevolezza che vi ho in parte contribuito, trovandomi al posto giusto in un momento cruciale per la sopravvivenza della minoranza. Questa è una delle più grandi soddisfazioni della mia vita”, ha concluso Pietro Ercole Ago, esprimendo in seguito la sua ammirazione per coloro che sono rimasti e che nei momenti difficili hanno saputo mantenere viva la loro lingua e cultura.
Ringraziamento per l'aiuto all'EDIT
Al termine dell'intervento, l'ambasciatore è stato calorosamente salutato dall'ex direttore dell'EDIT Ennio Machin, il quale ha voluto esprimere la sua gratitudine per l'aiuto porto da Pietro Ercole Ago alla Casa editrice della minoranza italiana nei momenti difficili che l'ente attraversava all'inizio degli Anni '90. La conferenza, alla quale hanno assistito il console generale d'Italia a Fiume Fulvio Rustico e gli esponenti dell'Unione Italiana e della Comunità degli Italiani di Palazzo Modello, è stata organizzata congiuntamente dall'Università Popolare di Trieste, dall'UI e dal sodalizio quarnerino.
Helena Labus