La storia dei Lussignani in America è la storia del coraggio, della speranza, degli sforzi di gente che con determinazione e serio impegno affronta o svolge ogni azione o professione intrapresa. Questa tradizione è stata e rimane l'aspetto centrale dell’ identità dei lussignani in America.
Dal 1880 al 1924 molti lasciarono a Lussino le loro case e i loro cari, si imbarcarono sulle navi, attraversarono l'Oceano per la prima volta alla ricerca di una vita migliore nel nuovo mondo. I primi Lussignani arrivati in questo paese si sistemarono nelle città come New York, Hoboken, Philadelphia, San Francisco, Galveston ecc. Dopo la grande crisi economica del 1929 alcuni decisero di ritornare definitivamente in patria. La maggioranza dei primi emigranti in America erano uomini che arrivavano da soli, mentre le rispettive famiglie rimanevano a Lussino.
I Lussignani sono sempre stati uniti e si sono sempre aiutati vicendevolmente. Per questa ragione nel 1922, a Hoboken, nel New Jersey, hanno fondato una società di mutuo soccorso denominata "Lussignana Benevolent Society". I soci erano solo uomini e lo scopo principale era di operare per il benessere di tutti gli associati aiutandoli anche finanzariamente in caso di malattia o decesso. La Società aveva anche provveduto all'acquisto di diverse tombe nel cimitero di North Arlington, New Jersey; qualsiasi socio, senza famiglia in questo paese, poteva venir sepolto con dignità. In mezzo a queste tombe è stato eretto un grande angelo "con le braccia aperte" che sembra pronto ad accogliere i nostri defunti. In questo cimitero ci sono inoltre moltissime altre tombe di famiglie lussignane.
La Society organizzava sovente bellissime feste, alle quali tutte le famiglie potevano partecipare: era una grande gioia potersi incontrare e "fare quattro ciaccole". Questa societa è stata attiva per oltre cinquant'anni.
Dopo il nostro esodo, dal 1945 al 1960, moltissimi Lussignani si sono trasferiti in questo paese, molti per raggiungere i propri familiari già qui residenti, sperando tutti in un domani diverso e migliore. Nonostante le tipiche avversità che si riscontrano in un nuovo paese, i Lussignani si sono adattati ben presto alla nuova vita, grazie alla genialità e all'impegno che li caratterizzano. Spesso hanno iniziato con umili lavori, ma ben presto si sono resi indipendenti attivandosi in proprio o in società con altri. Già nel 1924 i fratelli Mirto e Federico Scopinich avevano aperto, con successo, a Freeport, Long Island, N.Y., dei cantieri navali denominati
"Freeport Point Shipyard”. I loro figli Federico e Mario hanno continuato questa attività.
Tanti, che all'inizio lavoravano come operai presso imprese di costruzioni, sono diventati costruttori edili. Altri, arrivati dopo l'esodo, hanno trovato ottimi impieghi presso grandi società italiane, come Fiat, Montecatini, Snia Viscosa, Marzotto ecc., giacché, nell'immediato dopoguerra, centinaia di ditte e banche italiane avevano aperto negli Stati Uniti i loro uffici di rappresentanza. Molte donne, che a Lussino avevano, come tutte, una macchina da cucire "Singer", hanno trovato lavoro nel campo della moda.
Neppure l'esodo riuscì a piegare il forte carattere della nostra gente che ha dimostrato ogni volta di saper rinascere sulle proprie rovine. Ai Lussignani il mondo non fa paura, anche oggi lo si affronta in una metropoli in stato d'allarme color "arancione".
Il lavoro non è mai mancato in questo paese e i Lussignani, da bravi "sparagnini", si sono tutti sistemati decorosamente, acquistando le proprie case; hanno insegnato ai loro figli il valore e l'utilità d'avere una buona istruzione e, infatti, quasi tutti i figli hanno frequentato le migliori università americane. Oggi abbiamo in questo paese diversi affermatissimi medici, avvocati, ingegneri, dottori commercialisti e anche un presentatore alla televisione.
Un Lussignano, in particolare, arrivato a New York nel 1956, ha acquisito fama mondiale per il suo grande ingegno e bravura. Si tratta di Mario Tarabocchia, figlio di Pietro Tarabocchia (primo squero). Mario era un uomo straordinario, un genio sul lavoro e alla fine degli anni sessanta era già riconosciuto, anche dalla stampa internazionale, fra i più grandi progettisti di yachts al mondo. Tutte le barche che, dal 1964 al 1980, hanno difeso vittoriosamente per gli Stati Uniti la prestigiosa Coppa America sono state da lui progettate, nei suoi uffici della Madison Avenue di New York. Nonostante i tanti successi ottenuti, Mario Tarabocchia è rimasto sempre un uomo di un'eccessiva modestia; era felicissimo quando poteva incontrare i Lussignani ai vari raduni.
Negli ultimi cinquant'anni di lontananza dalla nostra Lussino, di grande aiuto morale ci è stato il bravo Don Nevio Martinoli che con le sue varie visite negli Stati Uniti ci ha fatto sentire tutti, e particolarmente i più anziani, meno lontani dalla nostra patria. Tre generazioni di Lussignani in America gli sono riconoscenti per il suo costante ricordo di noi. Desidero anche, a nome di tutti i Lusignani in America, ringraziare i compaesani arrivati dall'Italia per partecipare ai nostri raduni, portandoci allegria e nello stesso tempo commozione per esserci ritrovati dopo tanti anni.
Giannina Lechich Galeazzi
(tratto dal foglio Lussino)