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La Voce del Popolo – 210407 – Slovenia: teoria e prassi, palese divario

LUBIANA – Il divario tra norme e impegni internazionali assunti dalla Slovenia e la loro attuazione, in riferimento alle politiche minoritarie, è ancora enorme. È quanto emerso dal dibattito in sede di comitato esteri del Parlamento sloveno in merito all’analisi delle modifiche alla legge di ratifica della Carta europea sulle lingue regionali e minoritarie. Il dito nella piaga è stato ancora una volta messo dal deputato al seggio specifico, Roberto Battelli, che ha denunciato il disimpegno del governo su alcuni passi del documento. “Già la scorso autunno”, spiega Battelli, “l’esecutivo ha proposto un decreto di modifica rispetto alla Carta europea, motivandola con una richiesta di chiarimento rivolta a Lubiana dal Consiglio d’Europa sull’uso cumulativo delle norme previste dal documento. In particolare nel capitolo riguardante il sistema scolastico delle minoranze rispetto al fatto che in Slovenia esistono due modelli, quello con lingua d’insegnamento italiana e quello bilingue per la comunità ungherese. Nella legge di modifica, però, oltre a tale differenziazione, il governo rinunciava ad alcuni impegni presi con la ratifica del 2000”. In un primo tempo, dopo le osservazioni mosse da Battelli e dalla commissione parlamentare per le nazionalità, il progetto di legge, in attesa di ulteriori chiarimenti, era stato ritirato. Avendo però l’esecutivo riproposto l’identico testo, c’è stata la reazione del nostro deputato che ha prodotto una discussione a tratti polemica. Alla fine, comunque, il governo presenterà al Parlamento un emendamento, approvato nel corso della seduta, che reintegra la parti tralasciate in precedenza, con l’impegno a relazionare annualmente, in sede di comitato esteri e di commissione per le nazionalità, sull’attuazione della Carta stessa. In particolare è stato reintegrato l’obbligo di istituire un organo d’ispezione e controllo sull’applicazione delle norme relative alla sfera scolastica, il quale ha anche la facoltà di suggerire soluzioni in materia. “Purtroppo”, rileva amaramente Battelli, “è palese non soltanto il divario tra gli impegni presi e la loro attuazione, ma anche nell’interpretazione delle norme, spesso e volentieri riduttiva al punto da annichilire lo spirito dei contenuti”. Considerato che la Carta europea sulle lingue regionali e minoritarie prevede la possibilità che gli Stati contraenti comunichino al Consiglio d’Europa l’eventuale ampliamento degli obblighi assunti, Battelli ha annunciato la presentazione di due emendamenti avanzati a suo tempo anche dalla CAN costiera. Il primo concerne l’uso delle lingue minoritarie da parte dei servizi pubblici (ad esempio comunicazioni e bollette bilingui da parte di poste, telefoni, ecc.), l’altro, invece, l’impegno a favorire la formazione professionale dei giornalisti e degli altri profili che operano nei media minoritari.

Claudio Moscarda

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