"Storia della Torre Civica e dei palazzi della città". È stato questo il tema del terzo appuntamento con le conferenze dedicate al patrimonio storico-culturale di Fiume, che ha visto come relatrice Erna Toncinich, professoressa e critico d'arte, nonché nota artista. L'evento – promosso dalla Comunità degli Italiani – cui ha preso parte un numeroso pubblico, si è svolto giovedì sera nel Salone delle Feste di Palazzo Modello.
La professoressa Toncinich ha iniziato la relazione, sul simbolo della nostra città: "Da tutti è erroneamente considerato il moretto. Il vero simbolo di Fiume è la Torre Civica".
Con l'ausilio di diapositive, la relatrice ha parlato della porta principale di Fiume, da dove poi si svilupperà il monumento che oggi tutti conosciamo. "La Torre Civica, eretta sull'antica porta cittadina rivolta al mare e destinata all'ingresso nella Cittavecchia, riesce ancor sempre a dominare il Corso.
La Porta ha oltre quattrocento anni, mente la Torre come la conosciamo oggi, è stata fatta circa un secolo fa. Il portale, attraverso il quale siamo passati innumerevoli volte, è nello stesso posto dove si trovava la porta antica, o porta a mare.
Nell'antichità non superava l'altezza della cinta muraria ed era di modeste costruzioni. Davanti, in direzione del mare, si trovava il ponte levatoio, che era alzato ogni sera al calar del sole. Tutto intorno alla cinta muraria, che racchiudeva la città, era presente un fosso nel quale scorreva l'acqua della Fiumara e fungeva da difesa. Queste deduzioni sono ricavate dal primo disegno della nostra città, del 1569, che si trova nel museo della guerra a Vienna. Da qui l'interpretazione che una parte della nostra Torre risale a quattro secoli fa".
La relatrice ha parlato poi dello stemma della città di Fiume, ossia quello antecedente l'aquila bicipite. "Si tratta di un emblema raffigurante il santo protettore San Vito che viene martirizzato, immerso in un calderone di piombo rovente.
Il 6 giugno del 1659 dopo la richiesta dei fiumani stessi, Leopoldo I concede lo stemma dell'aquila bicipite. Le teste, cosa insolita in araldica, sono rivolte nella stessa direzione, verso oriente, con gli artigli trattiene l'urna, da cui scorre un rivolo inesauribile che simboleggia l'inestinguibile fedeltà all'imperatore austriaco. Sotto l'urna è presente la scritta 'Indeficienter', città senza deficit, cioè non deficitaria", ha rilevato Erna Toncinich.
"Nel 1700 inizia il cambiamento della Torre. Circa trenta anni più tardi arriva a Fiume l'imperatore Carlo VI (figlio di Leopoldo I e padre della famosa Maria Teresa). All'epoca la Torre è arricchita da due rilievi che rappresentano i busti degli imperatori austriaci Leopoldo I (che ha dato alla città lo stemma) e Carlo VI (che ha dato a Fiume il lazzaretto).
Nel 18.esimo secolo la Torre assume una precisa fisionomia. Antonio Michelazzi, scultore molto apprezzato (suo il magnifico pulpito nella chiesa di San Vito) è ingaggiato per il restauro della Torre. Michelazzi interviene in vari punti introducendo i due busti in un pentagono, marcapiani, palle di pietra e altri dettagli. Viene introdotto pure l'orologio, acquistato a Lubiana presso il più bravo orologiaio dell'impero.
La conclusione della Torre, che non è opera del Michelazzi, è rappresentata dalla cupola a bulbo o cipolla, in stile barocco che sovrasta la Torre. Alla fine un certo Rupani costruisce l'aquila di piombo, che è posta sulla sommità. Per la prima e ultima volta abbiamo la Torre completamente in stile barocco. Tuttavia, i fiumani sono costretti ad abbattere la cupola, poiché sotto il suo peso inizia a cedere.
Ai lati della Torre sono situati palazzi del primo classicismo, la cui costruzione risale alla fine del 18.esimo secolo, con la demolizione delle mura cittadine. Il materiale è stato impiegato per colmare il fossato medievale di difesa".
La serata è continuata poi con la descrizione di alcuni tra i più significativi palazzi che caratterizzano la nostra città. Tra questi, di particolare importanza è la facciata anteriore in stile storicista della Filodrammatica, progettata a Fiume verso la fine del 19.esimo secolo dal triestino Giacomo Zammattio. "Fiume è ricca di sue costruzioni – ha spiegato la Toncinich –. La facciata è ornata da sculture in basso e in alto rilievo e altri particolari con temi il teatro e la musica.
Palazzo Adria in stile storicista, opera dell'architetto Matijasich, fiumano d'adozione, è un'altra costruzione per eccellenza della città, sede nei secoli di numerose compagnie armatoriali. La facciata rivolta verso il mare è caratterizzata da sculture con motivi marittimi (quali il capitano e il timoniere) e da due enormi telamoni all'entrata.
Il Grattacielo di Fiume, in stile razionalista, originariamente costruito per essere un albergo, a cavallo tra gli anni trenta e quaranta del 20.esimo secolo, fu progettato da Umberto Nordio.
Proseguendo verso la Stazione delle corriere di Piazza Žabica, incontriamo il maestoso Palazzo Ploech, eretto nel 1880 da Giacomo Zammattio", ha concluso Erna Toncinich.
Gianfranco Miksa