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La Voce del Popolo – 311207 – Intervista al nostro ambasciatore a Zagabria

L’Ambasciata d’Italia a Zagabria ha visto di recente lo svolgimento del passaggio delle consegne tra Alessandro Grafini e Alessandro Pignatti Morano di Custoza che ha assunto, a decorrere dal 1.mo dicembre 2007, il ruolo di capo della rappresentanza diplomatica con credenziali di ambasciatore. Nato a Vienna il 15 luglio 1949, l’ambasciatore Pignatti si è laureato in scienze politiche presso l’Università di Roma nel 1971, per poi entrare in carriera diplomatica nel 1974. Tra gli incarichi ricoperti, dopo essere stato assegnato alla Direzione Generale Affari Politici, dal 1979 al 1983 è stato all’Ambasciata d’Italia a Ottawa dove ha conseguito, nel 1982, un master in economia. Rientrato a Roma alla Direzione Generale Relazioni Culturali, nel 1989 ha prestato servizio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo un’esperienza a Bonn, nel 1997 è rientrato alla Farnesina al Gabinetto dell’On. Ministro, dove nel 2000 ha assunto l’incarico di vicecapo di Gabinetto. Nello stesso anno è stato nominato Ministro Plenipotenziario. Dopo aver collaborato con il Segretario Generale, nel 2001 è Ispettore del Ministero e degli Uffici all’estero, quindi Ministro alla Rappresentanza permanente presso l’UE a Bruxelles dove ha svolto il ruolo di rappresentante permanente aggiunto e di rappresentante dell’Italia nel Coreper 1.
Al suo rientro da Bruxelles, dall’aprile del 2007, ha prestato servizio presso la Direzione Generale per i Paesi dell’Europa, in diretta collaborazione con il Direttore Generale per poi partire, a dicembre, alla volta di Zagabria, una destinazione che ben si inserisce in quel contesto di valorizzazione dell’idea europea che si è trovata al centro della sua attività. Soprattutto una destinazione raggiunta in un momento in cui la realtà delle integrazioni europee celebra una tappa storica, l’allargamento di quell’area Schengen che fa “toccare con mano” i vantaggi dell’Europa senza confini.
“L’abbattimento, anche fisico, delle frontiere tra Italia e Slovenia e, in realtà, anche tra tutti gli altri nuovi Paesi membri con l’eccezione dei due ultimi, di Romania e Bulgaria, dimostra che l’Europa è una costruzione importante anche per i cittadini. Lo vediamo dalle manifestazioni di questi giorni che segnano un cambiamento significativo per la libera circolazione. Credo che l’allargamento dell’area Schengen sia una tappa fondamentale del percorso teso a far chiarezza sul significato dell’Europa unita, su quello che rappresenta quell’Europa che qualche volta viene criticata. Sono queste le dimostrazioni migliori che l’Europa non è soltanto l’Europa delle merci e dei capitali bensì che è anche, che è soprattutto l’Europa che viene incontro ai cittadini. In questo senso sono convinto che l’abolizione della frontiera tra Italia e Slovenia non avrà effetti negativi per i cittadini croati. Va ricordato che grazie proprio alle insistenze dell’Italia, dell’Ungheria e della stessa Slovenia i cittadini croati – se diretti verso questi nostri tre Paesi –, potranno attraversare la frontiera, che è una frontiera Schengen, senza necessità di passaporto. Sarà sufficiente la sola carta di identità accompagnata da un cartoncino, che è in distribuzione gratuita alla frontiera stessa, sul quale verranno apposti i timbri per comprovare prima l’ingresso e poi il rientro. Ripeto, sono convinto che non ci saranno aggravi. Certamente l’auspicio è che un giorno non troppo lontano anche questa seconda frontiera – quella tra Slovenia e Croazia – possa essere superata. Ciò avverrà, ovviamente, quando la Croazia sarà entrata nell’Unione europea e quando sarà in grado di entrare a pieno titolo nello spazio Schengen. Quello sarà un ulteriore, un nuovo momento di festa e di amicizia fra i nostri popoli.”

I vantaggi concreti dell’integrazione

Ritiene che l’allargamento dell’area Schengen avrà un effetto positivo sull’andamento dei negoziati tra Zagabria e Bruxelles?
“Lo spero, la Croazia ha un obiettivo ambizioso che è quello di concludere i negoziati entro il 2009 per poi poter aderire a pieno titolo nell’Unione europea non appena i processi di ratifica saranno conclusi. Sono convinto che l’esempio dell’abolizione delle frontiere tra Italia e Slovenia e quindi la prova del vantaggio concreto che questo processo di integrazione a livello europeo apporta a tutti i cittadini dimostri anche ai cittadini croati questi vantaggi. E poi, perché no, spero che esattamente come avviene ora per quello che riguarda il percorso di avvicinamento all’UE, in futuro la Croazia rappresenti, a sua volta, anche per quelle che sono le procedure di ingresso nell’area Schengen un esempio per gli altri Paesi che stanno più a sud e che hanno questa prospettiva di adesione anche loro, magari a più lungo termine.”
L’avvicinamento della Croazia allo status di Paese membro dell’UE è quindi importante anche per quelli che sono i percorsi di stabilizzazione dei Balcani occidentali?
“La Croazia è già un esempio di successo per gli altri Stati dell’area dell’Europa Sud-Orientale e può mantenere questo suo ruolo attraverso passaggi concreti che dimostrino la sua capacità di aderire in tempi molto rapidi all’Unione europea.
Per quanto riguarda i percorsi europei dei Paesi dell’area, sappiamo benissimo che nei prossimi giorni ci sarà un delicatissimo passaggio, quello del Kosovo. Noi pensiamo che l’Europa sia chiamata a svolgere un ruolo fondamentale nel processo di stabilizzazione della Regione. L’Italia è stata tra i primi sostenitori della parafatura, e quindi della conclusione con tutti i Paesi dell’area, degli Accordi ASA, ovvero degli Accordi di stabilizzazione e di associazione. Crediamo che si debba continuare su questa strada con gesti concreti, per dare a tutti questi Paesi una risposta che confermi che la prospettiva europea è qualcosa di molto concreto. Si tratta, quindi, di operare attraverso gli Accordi di stabilizzazione e di associazione e, perché no, nel momento in cui ciò sarà opportuno, con la concessione dello status vero e proprio di Paese candidato all’ingresso nell’Unione europea.”
Tornando alle ambizioni europee della Croazia, qual è la posizione italiana? In questo contesto possiamo attenderci ulteriori sviluppi del dialogo bilaterale?
“Noi sosteniamo fortemente le aspirazioni della Croazia ad entrare nell’Unione europea. La risposta è, però, nelle mani della Croazia stessa. È dalla Croazia che dipende quanto velocemente, quanto rapidamente sarà in grado di adeguarsi al cosiddetto acquis comunitario. Si tratta di risposte che sono totalmente nelle mani della Croazia, ma da parte nostra il sostegno è pieno.”

Il ruolo della CNI è importantissimo

Non va dimenticato che il dialogo tra Roma e Zagabria si avvale anche di un “canale preferenziale” rappresentato dalla Comunità Nazionale Italiana che pur festeggiando l’ingresso della Slovenia nell’area Schengen non ha mancato di esprimere i suoi timori per questa nuova divisione dell’Istria.
“La Comunità Nazionale Italiana svolge un ruolo importantissimo nei rapporti bilaterali tra i nostri Paesi e voglio dire che nel contesto della prospettiva di adesione della Croazia nell’Unione europea avrà un ruolo ancora più importante. Credo che la nostra Comunità abbia questa capacità e credo che avrà questo ruolo di impulso e di sostegno, ovviamente il tutto nel rispetto e nella valorizzazione dei principi e degli ideali che la Comunità ha sempre portato avanti. Onestamente non credo che questo confine Schengen sarà una barriera. Lo ripeto, il fatto che cada, che venga meno un primo confine deve essere per noi tutti di impulso a lavorare affinché anche il secondo confine cada. Quella sarà veramente una giornata di gioia per tutti noi e io spero veramente che quella giornata sia ancora nel periodo del mio mandato qui in Croazia per poter festeggiare, per poter vivere quel momento di gioia insieme a tutti i membri della Comunità.”
Per l’entrata della Croazia nell’UE?
“Per l’adesione della Croazia nell’Unione europea prima e per l’abolizione della seconda frontiera poi. L’ingresso della Croazia nell’UE, come noto, non coinciderà con l’abolizione della seconda frontiera, quest’ultimo sarà un momento successivo. Ma quando dico che spero che anche il giorno dell’ingresso della Croazia nello spazio Schengen sia ancora nel periodo della mia permanenza qui voglio dire che noi speriamo veramente che il processo vada avanti molto rapidamente. Anzi, credo che tra le forme di collaborazione che nel frattempo si possono sviluppare tra Italia e Croazia ci sia proprio una maggiore collaborazione, ad esempio, in ambito di polizia di frontiera, per potenziare la capacità della Croazia di rispettare quelli che sono i requisiti per poter entrare nell’area Schengen.”
Questa collaborazione potrebbe riguardare anche il controllo marittimo?
“Anche. Pensavo alla collaborazione in un contesto più ampio. Nulla vieta che già adesso tra le nostre polizie di frontiera ci sia una forma di collaborazione più stretta, anche per permettere alla Croazia di adeguarsi più rapidamente possibile agli standard Schengen. Questi richiedono parecchie cose, tra queste anche di avere un controllo delle frontiere esterne adeguato a questi standard. Penso che forme di collaborazione in questo settore, se la Croazia lo desidererà, potranno aiutare a velocizzare questo processo.”
Quindi un’ulteriore forma di collaborazione che andrebbe ad arricchire il dialogo che ha portato l’Italia a diventare il primo partner della Croazia, ad esempio, nel comparto commerciale…
“Certamente, attualmente è in corso tutta una serie di programmi. Mi riferisco ai programmi Ipa, ai programmi di preadesione che toccano tutto un ventaglio di settori. Per quanto riguarda, poi, il settore economico-commerciale – dove noi siamo i primi partner – potremmo dare un ulteriore contributo favorendo la collaborazione tra le nostre imprese. La realtà italiana e quella croata hanno tutta una serie di punti in comune. L’economia italiana è caratterizzata dalle piccole e dalle medie imprese, queste rappresentano il nerbo del comparto e una struttura molto simile c’è anche in Croazia. Certamente, le grandi imprese sono importanti, ma non dobbiamo dimenticare il grande contributo che le piccole e le medie imprese danno in termini di occupazione, di importazione e di esportazione, di collaborazione sul territorio. Pertanto, in considerazione del fatto che in questo senso l’Italia e la Croazia presentano caratteristiche molto simili possiamo aspettarci che le piccole e le medie imprese diano un contributo ulteriormente significativo.”

Il nodo Zerp

Al momento però l’attenzione è concentrata sulla risoluzione del nodo rappresentato dalla zona di pesca.
“Sulla Zerp noi lavoriamo per trovare una soluzione di compromesso con la Croazia secondo lo spirito e le regole europee. È questo che noi vogliamo. Siamo convinti che sia opportuno riprendere al più presto il dialogo che c’era già. Dobbiamo tornare a parlare e trovare al più presto un accordo, insieme con la Commissione europea, perché per noi la pesca è quella che in termini tecnici viene definita una materia di esclusiva competenza comunitaria. Per noi sono le regole comunitarie che devono essere affermate e credo che questa sia una prospettiva anche per la Croazia che vuole aderire all’UE in tempi brevi. È, quindi, in questo senso e in questa direzione che dobbiamo lavorare. Ripeto, per noi la pesca è una competenza comunitaria. Quindi, il problema lo vogliamo risolvere con la Croazia e con gli altri stati interessati nella cornice europea.”
Tra Roma e Zagabria ci sono anche altre questioni da approfondire?
“Innanzitutto va ricordato che abbiamo già dimostrato di essere in grado di risolvere problemi non marginali. Penso alla liberalizzazione dell’accesso dei cittadini italiani al mercato immobiliare croato. Abbiamo dimostrato di saper risolvere i problemi avvalendoci dello strumento del dialogo e pertanto sono convinto che quella del dialogo sia la strada che ci porterà a risolvere gli altri problemi che via via si porranno.
Voglio dire che uno degli obiettivi della mia missione sarà quello di rafforzare le visite a livello politico tra i due Paesi. Inoltre, abbiamo quasi pronto per la firma un memorandum di collaborazione bilaterale a livello di ministri degli Esteri e di altri ministri tecnici competenti nei vari settori. Si tratta di uno strumento che noi vogliamo porre in essere per far fare un salto di qualità ai rapporti tra i nostri due Paesi anche in modo da avere i fori dove affrontare le prospettive di sviluppo nell’Adriatico e dove affrontare, se ce ne saranno, le questioni problematiche.”

La cittadinanza italiana

Il dialogo ha consentito di risolvere anche le perplessità che avevano accompagnato l’approvazione delle modifiche alla Legge sulla cittadinanza italiana.
“Certamente, quello è stato un altro esempio di tematica attorno alla quale si erano registrati alcuni timori, i quali possono dirsi pienamente rientrati appunto grazie al dialogo. Oggi, infatti, i nostri Consolati lavorano serenamente e cercano di smaltire le domande che arrivano per quanto concerne l’acquisto della cittadinanza italiana.”
Rimane, da parte dei connazionali, la richiesta tesa alla velocizzazione dei tempi tecnici.
“Stiamo lavorando anche in questa direzione, il Consolato Generale di Fiume ha già evaso 2.000 richieste; 800 di queste hanno già visto pervenire la risposta positiva da Roma e soltanto nell’ultimo mese il Consolato Generale ha emesso 300 passaporti. Elenco i dati relativi a Fiume perché è quella la sede consolare competente per il maggiore numero di connazionali, ma anche qui a Zagabria abbiamo 80 richieste, Spalato ne ha 200, in tutti le sedi stiamo lavorando a pieno ritmo e ovviamente in pieno accordo con Roma e con il Ministero dell’Interno. Stiamo facendo il massimo e credo che la necessità di attesa rimarrà contenuta in termini di tempi molto rapidi.”
E per quanto riguarda la richiesta relativa a un rafforzamento degli organici dei Consolati?
“Stiamo chiedendo anche un rafforzamento degli organici e sono convinto che prima o poi questo si verificherà, perché nella Finanziaria 2008 è prevista anche la possibilità di assumere nuovi contrattisti. Mi sono battuto personalmente per Fiume, ho chiesto un rafforzamento dell’organico della sede diplomatica a Zagabria. Posso, però, assicurare che anche con le forze attuali ce la mettiamo tutta.”

La Legge d’interesse permanente

L’altra grande richiesta avanzata dalla CNI è quella dell’approvazione di una Legge di interesse permanente.
“Spetta ovviamente al Governo e alle forze politiche in Italia di promuovere un’iniziativa parlamentare, un disegno di legge di questo genere. Va detto che sono molti i segnali che vanno in questa direzione. Voglio comunque ricordare che con la Finanziaria del 2007 sono state prorogate per un altro triennio le disposizioni finanziarie in favore della CNI.”
Dopo un lungo dibattito.
“Dopo un lungo dibattito, ma bisogna anche riflettere sul fatto che in un periodo, in realtà, di ristrettezze in cui sono stati tagliati fondi in moltissimi settori, qui si è garantito il rifinanziamento. È vero che c’è stato un lungo dibattito, ma ritengo che ci sia stata una dimostrazione politica molto significativa, una dimostrazione molto concreta di attenzione e di sostegno alla CNI. Il progetto della Legge permanente arriverà. Ripeto, spetta al Governo e alle forze politiche presentare la proposta, ma il sostegno e l’attenzione veramente significativa verso la CNI c’è già. In un periodo, ribadisco di ristrettezze, i finanziamenti alla CNI sono stati confermati.”
La Legge d’interesse permanente avrebbe però una dimensione che andrebbe oltre il momento finanziario…
“Segnali concreti non sono mancati in passato e sono convinto che non mancheranno nemmeno in futuro, in tal senso si sono espressi il Presidente del Consiglio Romano Prodi, il Viceministro agli Esteri con delega per gli Italiani nel mondo Franco Danieli. Credo, pertanto, che ci siano tutti gli elementi per poter giungere al risultato auspicato. Nei confronti della CNI c’è, infatti, il sostegno non di singoli partiti bensì di tutte le forze politiche, dell’Italia.”
Quale sarà il ruolo delle rappresentanze diplomatico-consolari considerato che anche queste seguono i progetti portati avanti dalla realtà CNI?
“Noi da parte nostra continueremo senz’altro a fungere da stimolo, ma, ripeto, sono stati gli stessi esponenti politici a più alto livello a esprimere il largo sostegno presente in Italia in questo senso.”

L’importanza delle sinergie

Da parte sua, pur essendo arrivato in Croazia da poco, ha già avuto modo di incontrare in diverse occasioni i rappresentanti e gli appartenenti alla nostra Comunità. Quali sono state le prime impressioni?
“Le prime impressioni che ho colto sono state quelle raccolte ad Abbazia dove sono venuto, e ci tenevo, per assistere al bellissimo concerto dei Matia Bazar. Ho visto una sala gremita e credo di avere interpretato anche l’affetto di quell’immensa sala. Come ho detto anche in quell’occasione, da parte mia, un elemento importantissimo della mia missione sarà proprio quello di voler ribadire il pieno sostegno a quelle che sono le iniziative della Comunità, che verrò al più presto a visitare per capire e conoscere ancora meglio quelle che sono le esigenze, le aspettative e le richieste alla cui realizzazione possiamo lavorare assieme. I prossimi anni sono, a mio avviso, anni molto importanti, sono anni in cui ci sono e ci saranno cambiamenti significativi. Credo che la Comunità ha un ruolo sempre maggiore da svolgere e in questo io conto di essere vicino.”
Il suo sarà dunque un mandato all’insegna della sinergia?
“Assolutamente. I nostri Consolati fanno già un lavoro eccezionale, e anche da parte mia conto di essere molto presente. Cominciando innanzitutto ad ascoltare, a capire e poi a dare tutto il mio pieno sostegno.”
Possiamo quindi attenderci presto un giro di visite sul territorio?
“Prestissimo. Intendo fare un giro di visite alle Comunità degli Italiani, alle Istituzioni, e a tutte le forme associative della Comunità. In tal senso ho già detto ai consoli di predisporre e di prevedere gli incontri durante i quali vorrò ascoltare molto, sentire i racconti su quelli che sono i traguardi, gli obiettivi già raggiunti e su quelle che sono le aspettative. Sono convinto che su queste ulteriori aspettative, sui progetti ulteriori potremmo trovare una grande sinergia.”
Tra i nuovi progetti a suo avviso troverà spazio anche la propensione a creare nuove forme di aggregazione, a porre in essere nuovi momenti d’incontro?
“Prima ancora di venire ad Abbazia ho partecipato all’Assemblea della Comunità degli Italiani di Zagabria, l’ultima che si è costituita. Forse altre ne seguiranno, so che ve ne sono altre in costituzione. Per quanto riguarda le rappresentanze consolari abbiamo completato da poco, nel 2004, la rete dei viceconsolati onorari in Istria con le sedi di Buie e Pola; è recentissima l’apertura del consolato onorario a Ragusa. Credo sia questa la migliore testimonianza del fatto che anche come istituzioni italiane, come Ministero degli Esteri, come Ambasciata, come Consolati vogliamo essere presenti sul territorio e vicini alla Comunità Nazionale Italiana tutta, in tutte le sue zone d’insediamento, dall’Istria e Quarnero fino a Ragusa. Ciò, per darle tutto il sostegno possibile, e quando dico sostegno non intendo soltanto quello amministrativo, dal rilascio di passaporti all’erogazione degli altri servizi che rientrano fra i compiti tradizionali dei consolati, bensì anche il supporto che può derivare dal potenziamento della rete di contatti con le autorità locali, in vista dell’instaurazione di tutte le forme possibili di collaborazione.”

Puntare sulle persone

Come dire che al dialogo istituzionale si affiancherà sempre più anche quello volto all’attività comune?
“Dobbiamo puntare sulle sinergie, sui progetti, su questo periodo straordinario che segnerà da qui a qualche tempo l’ingresso della Croazia in Europa e sulle associazioni, sulle persone, sul dialogo. Dobbiamo avere in testa l’idea che stiamo per diventare tutti cittadini europei. È un obiettivo ambizioso che dobbiamo costruire con progetti e con programmi concreti. Credo che in questo ci sarà di grande aiuto il fatto che la CNI è già stata promotrice e partecipe di diversi programmi europei.”
In tema di cittadinanza europea impossibile non ricordare ancora una volta l’esempio della Slovenia. Da domani tutti i cittadini europei saranno idealmente “cittadini di Lubiana”.
“Ho trascorso cinque anni a Bruxelles, sono un europeista convinto, convintissimo, credo che dobbiamo convincere, e non è difficile farlo, tutti i cittadini croati che la prospettiva europea rappresenta un salto di qualità concreto. La caduta delle frontiere ne è un esempio, ma ce ne sono mille altri. L’Unione europea comporta sia diritti sia doveri, ma i vantaggi del disegno comunitario sono assolutamente senza precedenti.”

Le minoranze e l’Europa

Quanto inciderà sul suo mandato in Croazia l’esperienza maturata a Bruxelles?
“Spero molto, moltissimo. L’Unione europea è certamente qualcosa di molto complesso, ma dobbiamo essere in grado di illustrarne i vantaggi, di far vedere che si tratta di un processo che arricchisce tutti. E non si tratta soltanto di un arricchimento dal punto di vista materiale, per arricchimento intendo anche un accrescimento dei valori, delle condizioni di vita, l’affermazione del concetto di cittadinanza europea che è un concetto molto concreto e che comprende il principio del rispetto dei diritti di tutti.”
In questo contesto come cambia il ruolo delle minoranze?
“Il concetto di cittadinanza europea e il rispetto dei valori europei implicano, a mio giudizio, l’esaltazione e il pieno rispetto di quelle che sono le caratteristiche peculiari di una minoranza e l’ulteriore affermazione dei valori che essa esprime. In questa prospettiva la Comunità Nazionale Italiana e le singole Comunità degli Italiani assumono un ruolo di traino. Anche per questo, ripeto, sono intenzionato ad andare a sentire quali sono i progetti che le Comunità hanno e sono sicuro che alla loro realizzazione lavoreremo assieme.”
Manca pochissimo al brindisi di fine anno, vuole formulare un messaggio d’auguri per il 2008
“Ho avuto la fortuna di fare gli auguri di buon Natale ad Abbazia in occasione di quella magnifica serata, adesso colgo l’occasione per augurare a tutti un 2008 pieno di successi, di realizzazione di quelli che sono i progetti concreti e di lavoro comune. Io sarò con tutti voi.”

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