LETTERE
Leggo su Il Piccolo del 2 agosto, senza alcuna sorpresa, l'intervento di Lucio Toth a posteriori, che vorrebbe giustificarsi di fronte ad una inesistente sua ”base” associativa, per la corresponsabilità di aver trovato una ”mediazione” tra Roma e Lubiana, rendendo possibile la visita congiunta dei tre capi di stato al Balkan e poi in piazza Libertà, lo scorso 13 luglio.
In realtà posso pensare che la vera, grave responsabilità di Toth e Codarin, evidentemente suggerita da qualche professionista della vecchia politica, è quella di aver implicitamente fatto credere al Presidente Napolitano che almeno gli Esuli avessero condiviso la scelta del monumento all’esodo, seguendo le indicazioni di questi due esponenti.
Invece, come ampiamente previsto, la deposizione dei tre presidenti della corona in memoria delle vittime italiane della repressione slavo-comunista, si è svolta nella più assoluta assenza di esuli, di triestini, di goriziani, di giovani moderni ed aperti al futuro, di vecchi rancorosi, di ”rimasti”, di sloveni, di croati. E non c’erano nemmeno i proponenti Toth e Codarin, quest'ultimo ricomparso invece furbescamente alla sera, per assistere al concerto di Muti. Si tratta di condotte che parlano da se e che questa volta saranno state notate anche al Quirinale, finalmente.
Cioè, alla cerimonia di riconciliazione mancavano proprio coloro che si sarebbero dovuti riconciliare!
Rarissime volte, penso, il Presidente della Repubblica durante una visita ufficiale in una città italiana si è trovato così solo, e proprio nel momento in cui rendeva omaggio alla storia della città, in una occasione, questa, che i soliti pifferai hanno definito e continuano a definire ”storica”.
Si è trattato, purtroppo, dall'omaggio del Balkan alla deposizione in piazza Libertà, di un qualche cosa di pazzescamente antistorico.
Per chi sa e per chi vuol sentire, naturalmente.
Massimiliano Lacota, Presidente dell’Unione degli Istriani