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Ladri a casa di Jovanka Broz. Mistero a Belgrado – 26feb13

Uno stringato dispaccio d’agenzia lanciato in rete ieri mattina. Poi una laconica conferma nel pomeriggio da parte della polizia serba, che non ha tuttavia voluto o potuto fornire maggiori dettagli sul caso, come se si trattasse di un banale crimine, compiuto contro una persona comune. Ma l’effrazione nella casa di un’ex “first lady” è tutt’altro che ordinaria ed è argomento di discussione in tutti i Paesi di quella che un tempo fu la Jugoslavia.

Perché riguarda Jovanka Broz, un tempo compagna di vita di Tito, da decenni finita nell’oblio generale dopo un volontario esilio, non dorato, tra le quattro mura di una villa belgradese di proprietà dello Stato serbo. Una residenza dove ignoti malfattori domenica avrebbero tentato, non è ancora chiaro se con successo o meno, di portare via oggetti di valore, come ha confermato il ministero degli Interni serbo all’agenzia di stampa “Tanjug”, specificando che «la villa» nella quale «vive Jovanka Broz, è stata visitata da sconosciuti» e che le «indagini sono in corso». Indagini che dovranno fare luce sui molti punti oscuri della vicenda.

L’unica cosa certa, al momento, è che domenica, tra le sei e le otto di sera, Jovanka ha udito degli strani rumori provenienti prima dalla cantina, dove gli investigatori hanno individuato segni di scasso, e poi dall’ammezzato dell’edificio in cui abita, raccontano le frammentarie notizie apparse ieri sui media di Belgrado. I ladri avrebbero poi tentato di penetrare proprio nelle stanze utilizzate della vedova di Tito, ma non è ancora stato accertato se ci siano effettivamente riusciti. Il quotidiano belgradese “Blic”, infatti, ha svelato che un «team investigativo» della polizia serba ha verificato che «nella villa non manca nulla», mentre altri media locali hanno al contrario assicurato che «dalla residenza sono spariti diversi» e non meglio precisati «oggetti» appartenenti all’89enne Jovanka.

Versioni contrastanti che rendono ancor più inquietante l’episodio. Sulla cui gravità non ha tuttavia mostrato dubbi l’ex legale di Jovanka, Toma Fila, che ha puntato il dito contro le autorità serbe, affermando che l’abitazione occupata dall’anziana vedova di Tito dovrebbe «essere costantemente sotto sorveglianza», non solo di notte come avviene ora. Anche perché Jovanka – che solo nel 2006 ha ottenuto una pensione statale dignitosa e solamente nel 2009, a tre decenni dalla morte di Tito, ha riottenuto documenti d’identità e passaporto – rimane una figura chiave nella storia jugoslava e serba.

Come continua ad avere un ruolo fondamentale nell’interminabile contesa giudiziaria (e politica) sull’“eredità” personale di Tito, sulla quale la vedova aveva già inutilmente tentato di mettere le mani nel 1984. Una disputa che continua e che potrebbe raggiungere presto l’acme, se il tribunale che si occupa da anni del problema otterrà, come si mormora a Belgrado, luce verde dalla Banca nazionale serba (Nbs) e dalla presidenza della Repubblica all’apertura dei forzieri della stessa Nbs. Forzieri che custodirebbero da tre decenni ancora ignoti tesori, misteriose liste di immobili, regali di pregio a Tito da parte di capi di Stato, orologi, gioielli e dipinti. Preziosi che Jovanka, nipoti e figli del Maresciallo ancora oggi agognano.

Stefano Giantin
“Il Piccolo” 19 febbraio 2013

 

 

 

La vedova di Tito in una recente immagine (foto www.novosti.rs)

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