I popoli che abitarono l’area dell’Adriatico Orientale nel Neolitico, per la precisione tra l’8.000 e il 6.000 a.C., si potevano considerare la prima piccola comunità europea: avevano un unico substrato culturale, un unico linguaggio ed erano coinvolti negli stessi grandi mutamenti economici, come l’introduzone dell’agricoltura e dell’allevamento. Lo ha sottolineato il direttore del Museo archeologico dell’Istria Darko Komso all’apertura della mostra multimediale “Adriatico senza confini”, allestita nella galleria museale dei Sacri cuori. Le popolazioni del territorio ora suddiviso tra Italia, Slovenia e Croazia – ha poi detto la curatrice della mostra Paola Visentini, dei Musei civici di Udine – crearono un nuovo legame con l’ambiente in quanto i paesaggi naturali diventavano lentamente spazi abitati e coltivati e le comunità umane cominciavano a esprimere la propria identità culturale tramite i materiali e le decorazioni dei manufatti in ceramica.
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