L’Anvgd Firenze ha commemorato Norma Cossetto

Aderendo alla manifestazione patriottica Una Rosa per Norma promossa per il quinto anno consecutivo dal Comitato 10 Febbraio, anche il Comitato provinciale di Firenze dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha ricordato il martirio di Norma Cossetto, avvenuto nella notte tra il 4 ed il 5 ottobre di 80 anni fa.

Si trattava della terribili giornate successive al collasso politico, militare ed istituzionale che seguirono l’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943: l’entroterra istriano e la Dalmazia furono preda della prima ondata di stragi nelle foibe (e non solo) compiute dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E ben presto la studentessa istriana dell’Università di Padova è diventata un simbolo del martirio dell’italianità adriatica che si sarebbe poi ripetuto in maniera ancor più cruenta a Zara e poi a Fiume e nella Venezia Giulia a guerra finita.

La cerimonia si è svolta la mattina di sabato 28 ottobre scorso in Largo Martiri delle Foibe a Firenze, proprio presso la lapide che indica la denominazione toponomastica e che è stata recentemente ripristinata dall’amministrazione comunale dopo l’ennesimo atto di vandalismo. Segue l’intervento della Prof.ssa Daniela Velli, Presidente dell’ANVGD Firenze.

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Ringrazio la Questura di Firenze, le forze dell’ordine e le istituzioni qui presenti e anche quelle non presenti.

L’Assessora Federica Giuliani, Il Sindaco Nardella e il presidente del Consiglio Comunale Luca Milani impossibilitati a partecipare

Ma soprattutto i qui presenti esuli e discendenti degli esuli di seconda e terza generazione che insieme a me portano avanti il RICORDO.

La manifestazione patriottica “Una Rosa per Norma” di cui è promotore Il Comitato 10 febbraio è giunta quest’anno alla quinta edizione, coinvolgendo più di 300 città italiane ed estere.

Quest’anno l’evento rievocativo ha una maggiore valenza, in quanto ricorre l’80° anniversario del martirio della giovane italiana, sequestrata, torturata, violentata e gettata in una foiba dai partigiani comunisti.

In qualità di presidente del Comitato dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per la provincia di Firenze insieme a tutti gli associati, abbiamo pensato che tra queste città non potesse mancare Firenze.

Abbiamo scelto questo luogo, troppe volte vilipeso, per ricordare e celebrare Norma e cominciare a dare un nome ai tanti Martiri delle Foibe.

Norma Cossetto, una ragazza di soli 23 anni, nata a S. Domenica di Visinada, vicino a Pola. Norma stava preparando la tesi di laurea sull’“Istria rossa”, rossa per il caratteristico colore della sua terra ricca di bauxite e per questo girava in bicicletta alla ricerca dei materiali d’archivio. Si stava laureando in Lettere all’Università di Padova, allieva del latinista Concetto Marchesi, membro del partito Comunista italiano, ma colpevole di essere italiana, figlia di un membro del Partito Nazionale Fascista, e per questo venne gettata nella foiba di Villa Surani, profonda 136 metri, la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943, probabilmente ancora viva, dopo essere stata ripetutamente violentata da diciassette aguzzini, fissata ad un tavolo, con mani e piedi legati, in diciassette abusarono di lei quella notte, diciassette partigiani comunisti italiani e slavi ubriachi fradici.

Quando al ritiro delle truppe jugoslave fu recuperata la sua salma, la trovarono supina, con le braccia legate con il filo di ferro, prima di vestiti con i seni pugnalati.

Norma, seviziata e gettata negli abissi

Norma medaglia d’oro al merito civile

Norma “Una rosa che non appassisce” che il suo ricordo sia memoria per le nuove generazioni.

Non è un’offesa che cede al rancore

Non è una ferita da rimarginare

È l’undicesimo comandamento. 

Non dimenticare!

Maria Claudia Valdini ha quindi letto il brano “A Norma”, adattato e liberamente tratto da Una medaglia sull’anima di Ermenegildo Rossi, in Comitato 10 Febbraio (a cura di), Norma Cossetto Rosa d’Italia, Eclettica,  Massa 2020.

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Ero arrivata in un piccolo cimitero di campagna. Aprii il cancello, cercai la tomba di Norma.

Guardai la sua lapide e la terra dove era sepolta. Lessi la scritta sul piccolo marmo:

Medaglia d’oro al merito civile

Lasciai i fiori, mi misi in ascolto del suo sorriso…

Un sorriso con il quale Norma mi parla: racconta della sua giovinezza, del suo impegno negli studi per prepararsi alla sua vita, dell’amore per la propria Terra, per la sua Patria, racconta anche della sua forza e serenità….

Ascolto quel sorriso e ricordo la sua storia, le atrocità, le violenze, la sua uccisione nell’abisso e nel buio di una foiba…

Arrivando qui ho respirato l’aria di questi luoghi bellissimi, dove anche Norma è vissuta.

Aria respirata anche da tutti gli eroi che, come lei, trovarono ingiustamente la morte nella profondità della terra carsica.

Norma non ti sei arresa, non hai rinnegato i tuoi valori: la tua immensa storia, mi insegna che è nell’anima che può esserci posto per una medaglia.

Desidero osservare ancora e per sempre il tuo sorriso, voglio ancora ascoltare quel silenzio che parla.

 

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