Queste considerazioni, rivolte a chi si accinge a leggere l’interessante romanzo di Rossella Scherl “Pepi l’Americano”, intendono mettere in luce “in primis” due figure di istriani meritevoli della nostra considerazione e stima: l’autrice del libro e il suo papà. Si parla oggi tanto di resilienza, e il termine viene usato frequentemente, anche a sproposito, in una moltitudine di situazioni.
Incontrai questo termine nei miei studi universitari parlando della tecnologia dei materiali: il termine veniva usato per indicare il maggior o minor degrado delle proprietà dei metalli, sottoposti a cicli di affaticamento (fenomeno della fatica). È con questa accezione che definisco la famiglia Scherl come una famiglia resiliente, riferendomi soprattutto alla pertinacia con cui il padre Silvano denuncia i torti subiti dalla burocrazia italiana in merito agli annosi problemi degli esuli, senza perdere mai l’energia che lo contraddistingue. Ugualmente la figlia Rossella, accingendosi a fissare in un’opera letteraria, nella forma di romanzo, la vita del nonno “Pepi l’Americano”, si è documentata con la stessa pertinacia sulle condizioni di vita in quei tempi e in quei luoghi, non accontentandosi di un’informazione epidermica. Il che l’ha costretta ad un lavoro multidisciplinare, di grande portata in un lungo periodo di tempo.
Suscita immediata empatia vedere il sorriso smagliante di Rossella e la compiaciuta soddisfazione del padre Silvano, che sa di aver dato origine e di appartenere ad una dinastia dalle tipiche prerogative istriane, caratterizzata da quei valori di serietà e impegno, uniti ad un atteggiamento di grande ottimismo, che abbiamo riscontrato in enorme misura nelle evocazioni del dalmata Ottavio Missoni e dell’istriano Fulvio Bracco.
Dovrei parlare del romanzo, accattivante alla lettura, che si scorre d’un fiato per la leggerezza del suo stile e che allo stesso tempo si apprezza per l’approfondita descrizione dell’animo dei personaggi (non per niente Rossella ha frequentato corsi di psicologia) e per l’attualità dei problemi evocati di giustizia sociale. L’ambito temporale si sviluppa dallo scoppio della Prima guerra mondiale fino a coprire le drammatiche vicende del secondo conflitto con le sue dure conseguenze, toccando le vicende storiche dell’occupazione tedesca e titina ed il dramma dell’esodo. La scrittrice ha voluto trattare le situazioni senza abbracciare un’ideologia, imparziale narratrice di tragici avvenimenti.
Le caratteristiche ed i pregi del romanzo sono stati apprezzati anche dalla critica, oltre che dal pubblico, nelle numerose presentazioni che sono state effettuate.
Spero che queste brevi righe siano di stimolo alla lettura di “Pepi ‘Americano”, che consiglio vivamente.
Claudio Fragiacomo
Dirigente del Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia