È stato Monsignore Luciano Nobile a ricordare Licio Damiani, lussignano e giornalista della RAI, a due anni dalla scomparsa, durante la santa messa di lunedì 16 settembre 2024 nel Duomo di Udine. “Lo ricordiamo con affetto – ha detto l’arciprete del duomo di Udine – assieme ai tanti profughi dell’Istria, Fiume e Dalmazia”. Hanno presenziato alla santa messa del ricordo vari giornalisti, architetti e storici dell’arte. In prima fila c’era la vedova Annamaria Verbi con la bandiera dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD). Ha partecipato, tra gli altri, la professoressa Maria Letizia Burtulo, presidente dell’Università della Terza Età (UTE) di Udine. C’erano naturalmente i discendenti di Licio Damiani come il figlio Stefano, giornalista de «La Vita Cattolica» di Udine, la figlia Sabina, i nipoti e parenti vari. C’era l’avvocato Giorgio Damiani, figlio di Gabriele Damiani, fratello di Licio.
Era presente una delegazione del Comitato Provinciale di Udine dell’ANVGD, guidata dal professore Elio Varutti, del Comitato Esecutivo del sodalizio, in rappresentanza della presidente Bruna Zuccolin, impegnata all’estero. Poi c’erano l’architetto Franco Pischiutti (con parenti di Fiume) Giorgio Gorlato, esule di Dignano d’Istria, Alberto Nadbath, il cui babbo era di Abbazia e Graziella Brusin.
Chi era Licio Damiani
Italiano ed esule due volte, Licio Damiani si spense a Udine il 16 settembre 2022. Grande critico d’arte e stimato giornalista, era nato il 26 aprile 1935 a Lussinpiccolo, nel Regno d’Italia. Come ha ricordato Bruno Bonetti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine, “i Damiani erano originari di Curzola (oggi in Croazia: Korčula), isola dalmata situata tra Spalato e Ragusa. Le loro famiglie italiane subirono l’esodo del 1920, dopo il Trattato di Rapallo che assegnò l’Isola di Curzola al Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. I Damiani allora si trasferirono a Lussinpiccolo, assegnata all’Italia. Poi nei primi anni ’40 e, soprattutto, in seguito alle violenze titine, c’è il secondo esodo verso Trieste e il Friuli, terra d’adozione. La famiglia Damiani era molto vicina all’(ANVGD di Udine, frequentando le cerimonie religiose, culturali e patriottiche”.
In particolare, il fratello di Licio, l’avvocato Gabriele Damiani (1939-2020), nel periodo 1977-1980 è stato vicepresidente dell’ANVGD, con la presidenza dell’indimenticato ingegnere Silvio Cattalini, esule da Zara. Nel 1988 Gabriele Damiani era membro del Consiglio Direttivo della stessa ANVGD, con Cattalini presidente e Sergio Satti, esule da Pola, vicepresidente.
Licio Damiani fu una penna d’oro, scrisse di arte con una rara proprietà di linguaggio, incuriosendo il lettore qualsiasi. Aveva 87 primavere, per anni era stato caposervizio nella sede Rai del Friuli Venezia Giulia. Dal 1997 collaborava con il «Messaggero Veneto», quotidiano di Udine e Pordenone. Laureato in giurisprudenza a Trieste, Licio Damiani si appassionò presto alla critica d’arte condivisa con la professione giornalistica. Professionista dal 1964, fu assunto in Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in veste di caposervizio dell’Ufficio stampa e responsabile della redazione di Udine. Nel 1985 passò in Rai alla Tgr del Fvg, curando fino al 1997 le notizie del panorama friulano, con la preferenza per i temi d’arte e cultura. Per anni fu responsabile della rubrica domenicale di agricoltura “Vita nei campi”. I suoi corsivi per la trasmissione sono stati raccolti di recente in un volume. Membro dell’Associazione internazionale dei critici d’arte, ha sempre continuato le sue geniali collaborazioni giornalistiche.
È assai vasta la produzione saggistica di Licio Damiani con due caposaldi: uno dedicato all’arte del Novecento in Friuli e il secondo al Liberty e gli anni Venti. Nel 2007 pubblicò “Arcipelago della memoria”, per La Nuova Base di Udine. Si tratta di una serie di intensi racconti ambientati sull’Isola di Lussino. L’opera è una riedizione aggiornata ed ampliata del suo precedente libro intitolato “Paura di Vera ed altri racconti”, del 1972. Quella di Licio Damiani sul tema dell’Istria è un’interessante scrittura della memoria che diventa anche testimonianza unica e irripetibile, come spiegò la critica Maria Carminati.
Progetto di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking e ricerche a cura di Maria Iole Furlan e Elio Varutti. Lettori: Bruna Zuccolin, Bruno Bonetti, i professori Enrico Modotti, Annalisa Vucusa, Rosalba Meneghini (ANVGD Udine) e Claudio Ausilio.
Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Fotografie da collezioni citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, dal 2024, è Coordinatore dell’ANVGD in Friuli Venezia Giulia. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: ANVGD Udine – 19/09/2024