C’è voluto l’Auditorium dell’Università della Terza Età di Udine (UTE) per contenere i partecipanti al primo evento del Giorno del Ricordo organizzato dal Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD). L’evento ha avuto il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il patrocinio del Club UNESCO di Udine.
Martedì 7 febbraio 2023, ore 17, è stata Maria Letizia Burtulo, presidente della UTE “Paolo Naliato”, ad aprire l’incontro dal tema: “La strage di Vergarolla (1946) e l’esodo giuliano dalmata”. Il relatore era il professor Elio Varutti, membro del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine e docente alla UTE nel corso di “Sociologia del Ricordo. Esodo giuliano dalmata”. La Burtulo ha accennato alle lezioni nella stessa UTE dell’ingegnere Silvio Cattalini (1927-2017), esule di Zara, nonché presidente dell’ANVGD di Udine dal 1972 fino alla morte. “È stato uno dei nostri insegnanti più partecipi – ha detto la Burtulo – ha fatto riemergere dai silenzi della storia i tragici avvenimenti dell’esodo giuliano dalmata e lo ha fatto con spirito di dialogo e di pacificazione tra le sponde dell’Adriatico”.
È intervenuta in seguito Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD. “Solo parlando con rispetto e pacatezza – ha detto la Zuccolin – si possono riportare i tragici fatti avvenuti sul confine orientale nelle seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, per fare in modo che i dolorosi fatti non debbano più accadere”.
Ha avuto la parola la professoressa Elisabetta Marioni, assessore all’Istruzione del Comune di Udine, oltre che orgogliosa socia dell’ANVGD. “Porto il saluto della Civica Amministrazione – ha detto la Marioni – e penso con soddisfazione che, sin dal 1996, due allieve della sezione turistica dell’Istituto ‘B. Stringher’, accompagnate dalla professoressa Nadia Tacus, hanno partecipato dal 18 al 22 settembre, in veste di ‘ciceroni’ ad un viaggio in Dalmazia, con una comitiva di esuli guidata dall’ingegner Silvio Cattalini, presidente dell’ANVGD di Udine. L’attività rientrava nella programmazione didattica dell’Istituto, dove insegnavo pure io, come tutti i successivi interventi didattici educativi sulle tradizioni popolari del Friuli e dell’Istria, fino al Giorno del Ricordo, dal 2005 in poi, con contributi culturali di Varutti, Cattalini e dell’ingegnere Satti, esule di Pola, molto ascoltato dai ragazzi”.
È intervenuto poi il relatore della serata, mostrando una serie di diapositive sulla strage di Vergarolla, per troppo tempo avvolta nel silenzio, per realpolitik e per non disturbare Tito che si stava staccando dall’alleato Stalin, ricevendo dollari anziché rubli. Varutti, menzionando il libro di Paolo Radivo del 2016, ha spiegato che a Pola, Gorizia, Monfalcone, Trieste e in tutte le zone limitrofe alla Linea Morgan, nel 1945-1946 i titini effettuano una serie di attentati alle polveriere o ai militari di guardia, causando morti e decine di feriti. L’attentato titino di Vergarolla si inquadra in questa serie di avvenimenti provocati dai sicari dell’OZNA, organizzati nei cosiddetti “Gruppi Juris”, del servizio segreto jugoslavo, secondo i documenti dei servizi segreti USA, di recente disponibili nel web. Già nel 1999 il tale Ivan Brljafa, morto suicida, confessò riguardo alla citata strage di Vergarolla di aver “agito su ordine di Albona” (ovvero l’OZNA), come riportato dal giornalista croato David Fištrović su «Glas Istre» di Pola. Poi nel 2008 sono stati resi pubblici gli archivi inglesi di Kew Gardens, come pubblicato da Fabio Amodeo e Mario J. Cereghino, con i nomi degli attentatori titini di Vergarolla, come Josip Kovacich. C’erano altri artificieri titini in azione, come quelli del gruppo OZNA attivo tra Fasana e Peroi, presso Pola; era un gruppo formato da esperti in esplosivi, come Tino Vitas, Mijo Pikunić, Nini Brljafa e Livio Šain.
Poi Varutti ha parlato dell’esodo giuliano dalmata con riferimento ai Centri di raccolta profughi sparsi in Italia, come quello di Laterina, in provincia di Arezzo, da dove passarono oltre 10 mila persone d’Istria, Fiume e Dalmazia, in fuga dalle violenze titine. Molti di loro passarono da Trieste, dove operavano numerosi Campi profughi, e dal Centro smistamento di Udine, che ospitò oltre 100 mila giuliano dalmati.
Le domande del pubblico
Rispondendo alle tante domande del pubblico Varutti ha affermato che nel 2021, per la prima volta in Slovenia, Katja Hrobat Virloget, giovane antropologa dell’Università del Litorale (Capodistria), finalmente scrive di “eksodus” nel suo libro intitolato V tišini spomina, Eksodus in Istra, che tradotto è: Nel silenzio della memoria, dell’esodo e dell’Istria. Finora gli storici iugoslavi e, dopo il crollo della Jugoslavia (1991), quelli sloveni, croati e montenegrini, hanno sempre parlato di pochi trasferimenti di italiani, nel secondo dopoguerra dall’Istria, Fiume e Dalmazia, mai di esodo, di silenzio dei profughi e di paura dei rimasti. Nel 2023 pure dall’Università di Fiume/Rijeka (in Croazia) giungono note interessanti con Mila Orlić, che ha pubblicato Identità di confine. Storia dell’Istria e degli istriani dal 1943 a oggi, squarciando il velo di silenzio sul tema complesso di una regione di confine, caratterizzata da molteplici, mutevoli e spesso indefinibili forme d’identificazione.
Tre gli oltre 50 astanti, si sono notati la professoressa Gioietta Felice, docente di Civiltà nel mondo alla UTE medesima, vari soci dell’ANVGD, come Marco Rensi, con avi di Pedena, Eda Flego, esule da Pinguente, Giorgio Gorlato, esule da Dignano d’Istria, Livio Sessa, con avi dalmati e parenti di Dignano e Pola, oltre al professore Davide Rossi, del Liceo “Copernico” e Giuseppe D’Anzul, dell’Associazione partigiani Osoppo-Fiuli.
Cenni bibliografici
– Fabio Amodeo, Mario J. Cereghino, Trieste e il confine orientale tra guerra e dopoguerra, Udine, Editoriale FVG, 2008.
– Katja Hrobat Virloget, V tišini spomina, Eksodus in Istra, [Nel silenzio della memoria, dell’esodo e dell’Istria], Capodistria, Trieste, 2021.
– Mila Orlić, Identità di confine. Storia dell’Istria e degli istriani dal 1943 a oggi, Roma, Viella, 2023.
– Paolo Radivo, La strage di Vergarolla (18 agosto 1946) secondo i giornali giuliani dell’epoca e le acquisizioni successive, Associazione Italiani di Pola e Istria – Libero Comune di Pola in Esilio, Trieste, 2016.
– E. Varutti, La strage di Vergarolla raccontata da Claudio Bronzin, esule da Pola a Firenze, on line dal giorno 8 dicembre 2020 su varutti.wordpress.com
– E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. Dal 2022 anche in formato e-book.
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Testi e ricerche a cura di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Bruno Bonetti e Barbara Rossi (ANVGD di Udine). Si ringraziano gli operatori della UTE di Udine per la collaborazione riservata. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Adesioni: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine.
Copertina: Il professore Elio Varutti relatore all’incontro nell’Auditorium della UTE di Udine. Fotografie di Giorgio Gorlato, E. Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: ANVGD Udine – 09/02/2023