Della vicenda fiumana molti sanno il poco che dicono i libri di storia. L’irredentismo e D’Annunzio, Tito e le foibe. Imprese mirabili ed eventi tragici, che restano confinati all’attimo: ciò che li lega e li cala nella Storia, la vita vissuta da quelle generazioni, i libri non lo raccontano. Un silenzio colpevole è pesato a lungo sull’esodo giuliano-dalmata: tra il 1945 e il 1947 (ma proseguendo per tutti gli anni ’50) oltre 300.000 persone che si sentivano anzitutto italiane abbandonarono Fiume, l’Istria e la Dalmazia, dal 1947 formalmente appartenenti alla ormai ex-Jugoslavia. La diaspora riguardò la quasi totalità degli abitanti di lingua italiana: gran parte di loro restò nella penisola, dispersa in campi profughi sorti ovunque, ma circa 80.000 dovettero proseguire verso America ed Australia. Solo in pochi, circa 22.000, restarono nelle terre d’origine.
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