Scrigno di tesori d’arte e di cultura, la penisola istriana racchiude nel suo antico territorio un patrimonio inestimabile che va dalla civiltà romana al periodo bizantino, dal Rinascimento al Settecento, nella perenne interazione con l’arte e i maestri italiani, con i quali l’Istria (e la Dalmazia) hanno condiviso nei secoli protagonisti e stili, linguaggi ed esperienze.
Costellata di insediamenti e di tracciati viari romani e istituita da Augusto nella X Regio Venetia et Histria, conserva di quell’assimilazione alla civiltà occidentale grandiose vestigia, come a Pola e a Parenzo, e in Dalmazia a Salona, in un percorso plurisecolare di continuità culturale dall’antichità latina ai liberi Comuni dotatisi di Statuti cittadini, fondamento storico della civitas.
Basti rilevare, ancora, le affinità tra l’arte ravennate e la Basilica Eufrasiana di Parenzo, tra la piccola Chiesa di Santa Maria Formosa di Pola con il mausoleo di Galla Placidia a Ravenna; e le pure linee rinascimentali della Cattedrale di S. Giacomo a Sebenico, opera del dalmata Giorgio Orsini e portata a compimento da Niccolò Fiorentino, risultante delle proficue relazioni tra l’Italia centro-settentrionale, la Dalmazia e la Toscana nei secoli XV e XVI.
E ancora, la pittura, declinata in Istria da grandi maestri veneti e istriani ad ornamento delle chiese e dei palazzi nobiliari, nella quale si rinvengono le maniere e le atmosfere dell’arte italiana nei secoli dall’Umanesimo al XVIII secolo. Ma tutta l’Istria è conformata alla cultura architettonica veneziana, così come i suoi costumi civili e la sua parlata istro-veneta che per secoli, anche nella marineria austro-ungarica, è stata la lingua franca di tutto il bacino adriatico, da Muggia alla Morea.
In questa vasta complessità di apporti e di personalità artistici giunge a fornire allo studioso un utile ausilio l’agile Guida bibliografica per una storia dell’arte in Istria edito da ANVGD Comitato di Venezia a cura di Pina Ferro Mosca, che vuole «presentare lo sviluppo e la continuità di una civiltà nell’Istria […] dove sono confluite diverse tendenze culturali-artistiche, testimonianze di una ricca e complessa storia lungo l’arco del tempo», come si precisa nella breve Introduzione. Divisa in due parti, la prima è ordinata alfabeticamente per autore, la seconda per località, e contiene nell’insieme una apprezzabile catalogazione di fonti italiane, austriache, croate, slovene e più in generale europee. Uno spoglio, come avverte la stessa curatrice, non esaustivo ma certamente propedeutico ad una ampia ricognizione dei contributi scientifici prodotti tra XIX e XX secolo sui diversi periodi e le tante opere delle quali l’Istria è ricca, e che ai nostri giorni le repubbliche di Slovenia e di Croazia, sotto
la cui sovranità la piccola penisola adriatica ricade dopo il dissolvimento della Jugoslavia, hanno l’onere di custodire e trasmettere rispettandone l’autentica matrice culturale latina e italiana.
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