Per la prima visita ufficiale fuori sede dal suo insediamento, avvenuto il primo agosto scorso, il rettore dell’Università degli studi di Trieste Maurizio Fermeglia, originario di Rozzo nel Pinguentino, ha scelto l’Istria e in particolare l’istituzione della Comunità nazionale italiana giudicata più prestigiosa, vale a dire il Centro di Ricerche storiche di Rovigno.
I numeri parlano da soli: la biblioteca del Centro dispone di 115.000 volumi, i volumi pubblicati in quarant’anni di attività sono trecento, la sede occupa mille metri quadrati, i ricercatori tra dipendenti fissi e a part time sono una ventina.
«È la prima volta – ha spiegato il direttore del Centro, l’inossidabile Giovanni Radossi – che un rettore triestino ci ha fatto visita». Visita solo in parte conoscitiva in quanto lo scopo principale è stato l’avvio di una proficua collaborazione. Fermeglia è stato chiaro: «Le possibilità – ha detto il rettore dell’Università triestina – sono date dai tre settori fondamentali della ricerca europea che sono le scienze “dure” come quelle fisiche e ingegneristiche, le scienze umane che comprendono il campo socio-umanistico e le scienze della vita». «A mio avviso – ha aggiunto Fermeglia – la collaborazione deve riguardare tutti e tre i settori cercando di intercettare i finanziamenti europei e vincere le grandi sfide che l’Europa e il mondo ci pongono».
I progetti in questione, così ancora il rettore, convogliano multidisciplinarietà in settori estremamente interessanti e innovativi come l’energia, l’invecchiamento della popolazione, la salute dell’uomo, l’acqua e il cibo. Questo è il primo passo, ha precisato Fermeglia, mentre i prossimi saranno compiuti nei confronti delle Università di Zagabria, Lubiana, Capodistria, Pola e Fiume alle quali verranno illustrate le nuove strategie di dialogo con la ricerca e con il territorio che l’Università di Trieste sta mettendo in atto.
L’adesione della Croazia all’Unione europea, d’altronde, si è riflessa, eccome, sull’iscrizione dei giovani istriani al suo ateneo. Si è verificato un boom di iscrizioni, ha spiegato Fermeglia, non solo da parte dei ragazzi della Comunità italiani, ma anche dei croati che parlano bene l’italiano.
Il responsabile del settore Ricerca scientifica dell’Unione italiana Daniele Suman ha spiegato che gli studenti borsisti di nazionalità italiana sono una trentina all’anno e ha aggiunto che ultimamente spostano la loro sfera d’interesse dalle scienze umanistiche a quelle tecniche.
All’incontro con il rettore Fermeglia hanno partecipato anche il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana Maurizio Tremul e la vicepresidente italiana della regione Giuseppina Rajko.
La scelta del rettore dell’Università degli studi di Trieste di recarsi a Rovigno costituisce sicuramente l’ennesimo riconoscimento della serietà e dell’importanza dell’opera fin qui svolta dal Centro di studi storici di Rovigno soprattutto nello studio e nella conservazione della cultura italiana nell’intera area istriana e oltre.
p.r. / www.ilpiccolo.it 10 settembre 2013
Rovigno, la bella sede del Centro di Ricerche Storiche (foto www.unipoptrieste.it)