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Le banche slovene “rovinate” dalla Chiesa – 22feb13

Il vertiginoso buco delle banche slovene? «Tutta colpa della sinistra di transizione», risponde il premier Janez Janša. Insomma la colpa, per il primo ministro sloveno sarebbe da imputare ai governi di centrosinistra e alle lobby legate all’ex presidente Milan Ku›an. Ma è proprio così? A vedre come stanno realmente i fatti ci ha pensato il quotidiano Dnevnik di Lubiana che ha esaminato i dati forniti dalla Banca di Slovenia. E si scopre che i principali artefici del crack sono in primis la Chiesa cattolica, il progetto del complesso sportivo di Lubiana Stožice e i fallimenti dei principali gruppi di costruzioni del Paese.

Alla fine di maggio 2012 i tre principali istituti di credito sloveni, ossia la Nova Ljubljanska Banka (Nlb), la Nova kreditna banka Maribor (Nkbm) e la Abanka un pacchetto di crediti inesigibili pari a 3,4 miliardi di euro. Più nel dettaglio i “buchi” erano così distribuiti: Nlb, 2,09 miliardi, Nkbm, 612 milioni e Abanka 713,5 milioni. I maggiori colpevoli dei passivi delle banche sono le due holding finanziare della Chiesa cattolica slovena, Zvon Ena e Zvon Dva. Entrambi hanno acceso enormi debiti per poi girare i soldi in progetti fallimentari anche in Argentina e in Croazia. La Chiesa poi si è gettata alla scalata, poi fallita, del gruppo Petrol (durante il primo governo Janša).

Hanno fondato e, successivamente perso, l’operatore T-2 per la ristrutturazione del monastero di Betnava (Maribor) operazione in cui sarebbero stati sottratti fondi europei e per la quale è già stato rinviato a giudizio l’ex economo della curia di Maribor, Mirko Krašovec. Senza dimenticare i prestiti fallimentari alle società Gospodarstvo rats, Forš, Goricane, Steklarna Rogaška, T-2, Gratel e Rešet. La cifra che si raggiunge è da capogiro. Complessivamente la Chiesa avrebbe un debito di oltre 500 milioni nei confronti delle tre principali banche slovene.

Il “caso” Stožice, il progetto da parata del sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic, nonché leader del principale partito di opposizione (Slovenia positiva) avrebbe lasciato un “buco” pari a 201,9 milioni di euro nei quali si annoverano i crediti insegibili lasciati dalla società Grep (73,2 milioni), la Ergoplan (77 milioni) e Gradis skupina G (8 milioni). Del loro ce l’hanno messo anche i manager soprattutto quelli nominati dal primo governo Janša. Come il caso do Igor Bavcar, primo ministro degli Interni della Slovenia indipendente che in veste di proprietario della Maxim holding è debitore nei confronti della Nlb di 8 milioni di euro di debiti. E il colpo finale è giunto dalle società di costruzioni che lasciano dietro di sè un buco complessivo di oltre un miliardi. Tra queste ci sono la Primorje, la Sct, la Vegrad, la Cpm, la Gpg, Kraški zidar.

Mauro Manzin
“Il Piccolo” 17 febbraio 2013

 

 

 

Il monastero di Betnava, la cui ristrutturazione pare finanziariamente sospetta (foto www.delo.si)

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