Il Giorno del Ricordo, di per sè, è fonte di tristezza e vergogna. Tristezza per la sorte di 15mila innocenti, vittime della “pulizia etnica” compiuta dai partigiani comunisti del famigerato maresciallo Tito: uomini, ma soprattutto donne e bambini torturati, seviziati, violentati, legati tra loro col filo di ferro e gettati nelle voragini carsiche (le foibe), spesso da vivi. Vergogna, perchè ci volle mezzo secolo, prima che si spezzasse l’omertà di regime imposta su quell’orrore.
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