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Le reazioni al cortometraggio sloveno (CDM 06 nov)

Diverse sensibilità si agitano in questi giorni attorno al tema della parodia dal titolo Trst je nas (« Trieste è nostra») prodotto dell'Accademia slovena per la cinematografia e diretta del regista ventiduenne sloveno Ziga Virc. Il cortometraggio, che andrà in onda sulla RTV SLO, (la rete nazionale slovena), ha infiammato gli animi italiani soprattutto per il titolo, che corrisponde al celebre motto dei titini impegnati nell’occupazione del capoluogo giuliano nel 1945.

Innanzitutto parliamo della trama, di modo che ogni singolo lettore sappia poi giudicare come e quanto questa vicenda sia provocatoria.

Il film, ambientato ai giorni nostri, racconta le fantasie velleitarie del protagonista Franco che gioca ai tedeschi e partigiani lasciando la moglie da sola a lavorare in azienda. E' talmente infervorato che si mette a capo di un gruppo di uomini con le divise dei partigiani di Tito per "liberare" Trieste e cambiare il corso della storia. Nella vicenda irrompe la polizia slovena con il comandante Brane, amico di Franco, che decide di non consentire più la messa in scena di queste battaglie. Ma Franco non si ferma perché ciò che lo preoccupa sono gli insegnamenti da trasmettere alla giovane generazione e a sua figlia Mateja, che teme non abbia modo di apprendere i valori della Resistenza che dovrebbero essere trasmessi di padre in figlio.

In un'intervista rilasciata al sito internet della Tv pubblica slovena, Virc ha spiegato che non si tratta di un film storico ma di una vicenda umana, che ha solo sullo sfondo certi avvenimenti. Lo stesso pone anche in luce come si voglia parlare dei traumi delle precedenti generazioni a quelle attuali, che per la sua forma e per i suoi contenuti potrebbe avvicinarsi a quanto fatto nel recentissimo 'Bastardi senza gloria' di Quentin Tarantino o nel  film tedesco 'Mein Fuehrer – La verità su Adolf Hitler'' .

Queste tesi non hanno però convinto diversi esponenti politici e dell’associazionismo giuliano-dalmata, che hanno interpretato il senso di quest’opera come una provocazione, una scelta di pessimo gusto e pericolosa, capace di rinfocolare animi estremisti in quanto supportata con forza dalla tv nazionale slovena.

Nei giorni scorsi il Ministro degli Esteri Frattini ha dichiarato di essere “stupefatto per la decisione dell'Accademia slovena per la cinematografia di finanziare il film e per la decisione della tv di Stato di diffonderlo", ha affermato in una nota. "Tra qualche giorno celebriamo il ventennale della caduta del muro di Berlino e nessuno dovrebbe permettersi di scherzare sul sangue e sul dolore che l'Europa ha drammaticamente conosciuto", ha dichiarato Frattini. "Rievocando quanto i cittadini dalmati e istriani hanno subito e sofferto per le orribili azioni delle bande del dittatore jugoslavo. Non si può fare una parodia di una tragedia. È come buttare sale sulle ferite ancora aperte". Si muove su simili argomenti anche il commento di Lucio Toth, presidente dell'Anvgd. "Concordo con le parole di censura espresse dal ministro Frattini – ha detto Toth – anche ammesso che abbiano voluto fare una parodia, l'argomento non si presta allo scherno. Ci sono ancora tendenze scioviniste da parte slovena che contestano l'italianità di Trieste e Gorizia". "Il pericolo – ha concluso – è che attraverso la satira si raggiunga un risultato opposto: gettare sale su una ferita ancora aperta che si cerca di rimarginare".  

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