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Le sorelle Bucci, da Fiume al lager di Birkenau – 30gen13

Quando si vivono esperienze di estrema tragicità l’istinto di sopravvivenza incoraggerebbe a rimuoverle. Eppure c’è chi, con una forza sovrumana, decide invece di raccontarle. È il caso di due sorelle fiumane, Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute all’inferno del lager, la cui missione nella vita è da anni quella di girare l’Europa per raccontare alle nuove generazioni le pagine più cupe della storia del 20esimo secolo.

 

Ieri l’hanno fatto a Trieste, in una sala Tripcovich affollatissima di scolaresche provenienti dall’intera regione. Per Andra e Tatiana, due signore dai capelli grigi e dagli occhi vivaci, Trieste, con la sua Risiera di San Sabba, è stata la prima disgraziata tappa di un viaggio verso l’ignoto. Nella primavera del ’44, quando furono prelevate dalla loro casa di Fiume insieme alla mamma, alla nonna, alla zia e al cuginetto Sergio, Andra e Tatiana erano due bimbe di 4 e 6 anni, nate da madre ebrea. Caricati tutti in un camion furono portati da Fiume alla Risiera. Pochi giorni di pausa per poi ripartire alla volta della loro ultima destinazione, Birkenau (vicino ad Auschwitz).

 

«Quando ci fecero scendere dal treno – ricorda Andra – ci divisero subito in due file: mamme e bambini da una parte, la nonna, che non rivedemmo più, dall’altra. Fummo spogliati e sottoposti a ‘disinfestazione’, ci tagliarono i capelli e ci marchiarono a fuoco. Separarono mamme e bambini. Quando riusciva, la mamma veniva a trovarci e ci ripeteva la stessa frase: “Ricordate i vostri nomi, bambine, sempre”. Poi non la vedemmo più, ma non provammo dolore: in una situazione del genere alla morte ci si abitua».

 

La seconda epurazione fu la più crudele: stavolta furono i bambini ad essere messi in fila. «Chi vuole rivedere la mamma faccia un passo avanti», fu detto loro. Le bimbe, preallertate dalla custode del blocco, restarono ferme dov’erano. Ma il cuginetto, seppure avvertito, fece quel passo. Fu portato con altri 19 bimbi ad Amburgo e utilizzato come cavia per esperimenti. Non lo rividero mai più. Fu poi solo un caso del destino se molto tempo e molte peregrinazioni dopo le due bambine riuscirono a riabbracciare la madre e la zia. L’incontro con le sorelle Bucci è la prima di una lunga serie di iniziative che il Comune di Trieste organizza in occasione della Giornata della Memoria. «Con l’obiettivo – ricorda il vicesindaco Fabiana Martini – di rimanere vigili perché non si ripetano i terribili sbagli del passato»

 

Giulia Basso

“Il Piccolo” 25 gennaio 2013

 

 

 

Le sorelle Bucci nel corso del Viaggio ad Auschwitz-Birkenau promosso da Roma Capitale nel 2012

(foto www.museodellashoah.it)

 

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