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”Lei dunque capirà” di Magris diventa film (Il Piccolo 10 set)

di ALESSANDRO MEZZENA LONA

Serviva un’emozione forte per tornare a dirigere un film. E sì, perché Giorgio Pressburger, impegnatissimo tra nuovi libri da pubblicare e testi teatrali da mettere in scena, da più di quindici anni non metteva mano a un progetto cinematografico. Quell’emozione gli è arrivata da ”Lei dunque capirà”, il lungo monologo per voce femminile che Claudio Magris ha pubblicato con Garzanti nel 2006.

Così, adesso, Pressburger passa le sue serate, fino a notte inoltrata, a trasformare quel libro in immagini. Le riprese del film sono già iniziate a Gorizia. Oggi, e per un paio di giorni ancora, la troupe si trasferirà a Trieste, per poi fare ritorno nel capoluogo isontino. «Conto di terminare al massimo entro due settimane e mezzo – spiega Pressburger, che sta finendo di scrivere il secondo volume della trilogia iniziata con ”Nel regno oscuro”, ma anche una raccolta di racconti -. Speriamo che le bizze meteorologiche di questi giorni ci aiutino un po’. A noi, ad esempio, serve sicuramente una notte piovosa per completare certe riprese. Ma anche giornate di sole».

”Lei dunque capirà”, il film, nasce da una sceneggiatura scritta a quattro mani da Paolo Magris, il figlio minore dello scrittore e germanista, insieme allo stesso Pressburger. A produrre il film è una piccola realtà goriziana che si chiama Sine Sole Cinema. La pellicola debutterà nel marzo del 2011 all’interno di una mostra omaggio alla cultura triestina. Organizzata dal Centro Culturale Contemporaneo, si intitola provvisoriamente ”Trieste, ah Trieste. Magris & Co.”. E promette d’essere una vetrina di grande prestigio non solo per la letteratura, ma anche per la cultura più in generale e per il grande lavoro di rinnovamento della psichiatria svolto in città fin dall’inizio della rivoluzione dei manicomi sognata e realizzata da Franco Basaglia.

«Con ”Lei dunque capirà”, Magris ha voluto rivisitare il mito di Orfeo e Euridice – spiega Pressburger -. Attualizzandolo, ambientandolo in una gigantesca casa di riposo che sotto gli occhi del lettore si trasforma in un regno oscuro. In un aldilà dal quale lei riesce a uscire. Ma al quale tornerà, chiamando Orfeo e costringendolo a girarsi, a perderla. Perché si rende conto che il mondo dei vivi non è ancora pronto a sentirsi svelare i segreti dell’altro mondo. Quello abitato dalle ombre».

Protagonista assoluta di ”Lei dunque capirà”, il film, è la trentenne attrice Sarah Maestri. Nata a Luino, arrivata al teatro dopo aver studiato recitazione, ha lavorato al cinema con Pupi Avati (in ”I cavalieri che fecero l’impresa” e ”Il cuore altrove”), con Fausto Brizzi (in ”Notte prima degli esami”). Il pubblico televisivo la ricorderà per ”Centovetrine”, ”Amiche”, ”Un caso di coscienza 4”, ”Terra ribelle”.

«È un attrice con cui mi trovo a lavorare molto bene. Una persona sensibile», commenta Pressburger. Lei, Sarah Maestri, nel 2009 ha raccontato in un libro, ”La bambina dei fiori di carta”, la sua infanzia segnata dalla sofferenza. A tre anni, infatti, venne ricoverata nel reparto oncoematologico per una grave malattia emolitica. Eppure, proprio lì dove poteva toccare con mano il dolore, ha imparato a guardare negli occhi la vita, mentre i camici bianchi la bombardavano di sempre nuove prognosi. Che, spesso, non le concedevano grandi speranze di sopravvivenza.

Autore di libri belli e importanti, come ”Storie dell’ottavo distretto”, scritto con il fratello Nicola, ”La legge degli spazi bianchi”, ”Il sussurro della grande voce”, ”Sulla fede”, ma anche uomo di teatro e di spettacolo, Pressburger ha vinto il Premio Pasolini per il cinema per ”Flusso di coscienza”, un film contro il razzismo realizzato nel 1994. E proprio al poeta di Casarsa ha dedicato il suo ”Calderon”, firmando la regia. Sul grande schermo si è cimentato pure in un thriller, scritto da Gennaro Pistilli e intitolato ”Momento due”.

«A Trieste gireremo tra il tratto di mare che precede il castello di Miramare – dice Pressburger -, la zona vicino ai vecchi gasometri e Aurisina».

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