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L’eredità di Tito vale 60 milioni di dollari (Il Piccolo 28 nov)

Lei lo aveva promesso: l’eredità di mio marito mi spetta di diritto. E, puntualmente, Jovanka Broz ha mantenuto la parola. E così 30 anni dopo la morte del Maresciallo il Tribunale di Belgrado è stato chiamato a decidere a chi spetta la sontuosa eredità del defunto padre-padrone della Jugoslavia, stimata attorno ai 60 milioni di dollari di valore. I giudici della capitale serba dovranno decidere non solo sul destino dei beni presenti in patria, ma anche di quelli attualmente posseduti dalla Croazia, come le famose Cadillac del Maresciallo gelosamente custodite sull’isola Brioni. I beni di cui la vedova di Tito e i suoi figli e nipoti reclamano la proprietà non sono costituiti solo dalla villa di Dedinje (rione vip di Belgrado) e da quelle di Brioni, ma anche dagli oggetti conservati nel museo di Kumrovec, città natale croata del presidente jugoslavo.

 

Gli eredi di Tito sono non solo la vedova Jovanka ma anche il figlio Miso e le nipotine figlie di Zarko, l’altro figlio di Tito, anche lui defunto, Joska, Zlatica e Svetlana. La figlia di Misa Broz e nipote di Tito, Sasa ha dichiarato invece di non sapere nulla delle richieste avanzate al Tribunale di Belgrado. «Sono impegnata nel mio lavoro a teatro – ha detto – e non mi interessa quanto sta succedendo». La prima udienza davanti ai giudici si è tenuta alla fine dello scorso mese di ottobre a cui hanno presenziato le nipoti del Maresciallo, Joska, Zlatica e Svetlana nonché l’avvocato di Jovanka. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 23 dicembre.

 

«Al tribunale abbiamo ricevuto l’elenco dei beni – ha spiegato Joska Broz al quotidiano zagabrese Vecernje Novosti – che dovrebbero essere suddivisi tra gli eredi e a sua volta l’avvocato di Jovanka ha presentato ai giudici la lista dei beni che la nonna chiede vengano estrapolati dalla divisione ereditaria perché si tratterebbe di proprietà personali del nonno». Nella lista ci sono gioielli, uniformi, medaglie, piatti e posate. La prima lista Jovanka l’ha stilata già nel 2002. Successivamente a questa ha aggiunto un altro elenco di altri mille beni che lei sostiene debbano essere svincolati dalla suddivisione tra tutti i parenti perché effetti personali del Maresciallo e tra questi c’è anche il controvalore in denaro delle ville di Brioni e di Vanga.

 

Dell’intera eredità di Tito i suoi successori hanno finora ricevuto solo i diritti d’autore, spiega ancora Joska Broz. «Ognuno di noi – precisa la nipote – ha ottenuto a questo titolo circa 4mila dei vecchi marchi». In Jugoslavia si credeva che non fosse rimasta alcuna proprietà privata di Tito ma che tutti i beni fossero dello Stato. Solo Zarko ha ereditato una vigna a Kumrovac. L’altro figlio Miso ha intentato causa per riottenere la proprietà di una casa a Samobor che il padre gli avrebbe lasciato ma che attualmente è di proprietà del Comune di Zagabria. Il Tribunale di Belgrado dovrà ora decidere sulla suddivisione di orologi d’oro, forchette d’argento, delle carrozze d’oro di Djakovo con le preziose bardature dei cavalli costituite da lunghe e preziose file di perle, una Rolls Royce, una Cadillac bianca, una Lincoln, un frammento di roccia lunare (dono degli astronauti Usa) e le medaglie di Stalin

 

Mauro Manzin

“Il Piccolo” 28 novembre 2011

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