Nell’ambito del ciclo di conferenze “Il confine orientale italiano”, organizzate dall’UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) di Milano, si è svolta nei giorni scorsi la conferenza “L’esodo giuliano – dalmata nell’Italia del 1946 – 1948”. Introdotti dal tenente Paolo Montali, ne hanno parlato l’ing. Tito Lucilio SIDARI, Presidente dell’Associazione Italiani di Pola e Istria – Libero Comune di Pola in Esilio, e la prof.ssa Rossana Mondoni. L’ing. Sidari si è soffermato sulla strage di VERGAROLLA e su vari aspetti dell’ ESODO, mentre Rossana MONDONI -figlia di Giovanni, deportato a Mauthausen nel marzo 1944 e liberato dagli Americani nel maggio 1945, autrice di numerosi libri e saggi sulla storia del confine orientale, in particolare su Norma Cossetto- ha ricordato la vicenda del cosiddetto “controesodo dei Monfalconesi” e la sorte dei dissidenti politici nella Jugoslavia di Tito, deportati nei lager come quello sull’isola di GOLI OTOK , o sull’isola di SVETI GRGUR, riservato alle donne.
E’ intervenuta brevemente anche la prof.ssa Maria Grazia ZIBERNA, la presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Gorizia, città che subì a guerra finita l’occupazione delle truppe jugoslave e la deportazione di centinaia di cittadini inermi. La presidente ha ricordato che a Gorizia, la città “tagliata in due dal confine”, gli esuli istriani, fiumani e dalmati trovarono solidarietà ed accoglienza nel “villaggio dell’esule”, affermando che le drammatiche vicende del passato non hanno impedito il nascere già da decenni di una proficua collaborazione fra Gorizia e la vicina Nova Gorica, nella Repubblica di Slovenia, sinergia che ha recentemente portato alla proclamazione delle due località “Capitale europea della Cultura 2025”.