Caro Romano, nella sua esposizione sul declino della Serenissima, che condivido pienamente, volevo farle notare una piccola imprecisione quando scrive «i reggimenti slavi erano pronti a morire per la Serenissima».
In Dalmazia, nel lungo periodo di dominio veneziano, esistevano due etnie: quella illirico latino-venetae quella slava di Dalmazia, chiamata da Antonio Bajamonti e Nicolò Tommaseo «dalmatina» (traduzione veneta e italiana dell’aggettivo «dalmatinci»).
Queste due etnie, sotto l’accorta politica della «Dominante», che assicurava a entrambe pari diritti e doveri, si rispettavano, convivendo pacificamente, anche in funzione del sempre incombente pericolo dei Turchi; esse erano conosciute come gli Schiavoni, i cui reggimenti presidiavano le città venete di Treviso, Padova e Verona e che furono a forza imbarcate sulle navi il 12 maggio 1797 e rimandate, pur essendo recalcitranti, in Dalmazia, dalla riva omonima di Venezia; partendo, salutarono la morente Serenissima con una scarica di fucileria.
Paolo Luxardo
Lei ha reso agli Schiavoni un omaggio dovuto
Sergio Romano