La Presidente del Comitato provinciale di Gorizia dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Maria Grazia Ziberna è intervenuta lunedì 28 agosto alla Summer School organizzata a Lignano Sabbiadoro (UD) dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con la collaborazione della Diocesi goriziana e dedicata a “Mobilità umana e giustizia globale”.
La rappresentante goriziana dell’Anvgd ha tenuto una lezione vera e propria, durata oltre un’ora, sull’intera storia del confine orientale intitolata “Visita guidata ai luoghi della frontiera”: ricordiamo che è disponibile sul sito Arcipelago Adriatico il PDF Storia della Venezia Giulia Da Gorizia all’Istria, dalle origini ai nostri giorni (Gorizia 2013) realizzato proprio dalla professoressa Ziberna per conto della Sezione di Gorizia della Lega Nazionale.
Il gruppo era formato da una trentina tra studenti universitari, ricercatori e volontari a favore degli attuali migranti, per cui le conoscenze di base erano molto diverse. L’esposizione con l’ausilio di un PowerPoint con cartine geografiche e foto d’epoca è partita dall’epoca di Roma affrontando la storia successiva con vari cenni, per giungere infine ai crimini di Tito nella fase finale della Seconda guerra mondiale, con particolare riferimento alle foibe, alla strage di Vergarolla e alle persecuzioni dei sacerdoti. Con questi presupposti è stato ben contestualizzato l’Esodo giuliano-dalmata con la conseguente descrizione dei Centri Raccolta Profughi e del graduale reinserimento del popolo della diaspora nel tessuto sociale italiano.
L’excursus storico si è concluso illustrando le mappe slovene che indicano le 600 tra foibe e fosse comuni individuate nel territorio della vicina Repubblica e ricordando le parole di riconciliazione pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dai suoi omologhi di Slovenia e Croazia.
«I presenti erano quasi tutti della provincia di Milano – spiega la professoressa Ziberna – quindi ne ho approfittato per iniziare parlando dell’inaugurazione del monumento che a Milano commemora infoibati ed esuli. Mi sono poi soffermata sulle cause del nostro esodo, perché sapevo che l’uditorio avrebbe fatto confronti tra noi e i migranti odierni»
Nel pubblico vi era anche un gruppo di sloveni provenienti da Nova Gorica, tra cui un sacerdote che ha constatato che, nonostante il clima di collaborazione che si è instaurato tra le due parti del confine, soprattutto pensando al ruolo di Capitale Europea della Cultura 2025 che le due Gorizie svolgeranno congiuntamente, vi è ancora una componente che continua a definire gli italiani “fascisti”. Il Vicario Episcopale Bogdan Vidmar ha invece rilevato che Nova Gorica è stata costruita senza prevedere spazio per una chiesa: il primo luogo di culto è stato edificato solamente nei primi anni Ottanta (Tito morì nel 1980, ndr) su insistenza del vescovo goriziano Pietro Cocolin. [LS]