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L’intervento di Fini a Pola (Voce del Popolo 24 set)

POLA – Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, è stato nei giorni scorsi in visita ufficiale in Croazia. A Zagabria, Gianfranco Fini ha incontrato il presidente del Sabor, Luka Bebić, il vicepresidente del Parlamento stesso, nonché presidente della Commissione per l’integrazione europea, Neven Mimica, il presidente della Commissione Affari esteri, Frano Matušić, e la premier, Jadranka Kosor. A Pola, in serata, ha avuto luogo un incontro con i vertici dell’Unione Italiana e con i rappresentanti della CNI in Croazia e Slovenia. Una visita dai contorni istituzionali, dunque, che ha racchiuso in sé, un nuovo “piccolo passo” storico nel lungo cammino di riavvicinamento prima e di intensificazione dei rapporti poi. Quello di martedì sera a Pola è stato, infatti, il primo incontro tra un presidente della Camera della Repubblica italiana con la CNI. Una prima assoluta, che il presidente Fini ha voluto segnare, accettando “con entusiasmo” l’invito del deputato dell’etnia al Sabor, Furio Radin, durante l’incontro del 21 luglio scorso a Roma. Una prima volta che Fini non ha mancato di sottolineare nel suo intervento esprimendo tutta la soddisfazione e tutta l’emozione suscitata dalla circostanza rispetto alla quale, ha detto, “non ho alcun merito particolare, tranne quello di essere attualmente presidente della Camera”. A Pola il presidente della Camera ha portato la gratitudine della Madre Patria agli italiani residenti in Croazia e Slovenia, che hanno saputo mantenere le caratteristiche della propria identità culturale e linguistica ed ha esortato “coloro che sono rimasti” a riannodare i fili e i rapporti con “coloro che se ne erano andati”. “Siete un solo popolo – ha detto Fini –, che le tragiche vicende storiche hanno separato. Ora bisogna riannodare i fili del rapporto tra i discendenti di chi decise di ‘andare’ e di chi restò. Ci sono le condizioni politiche – ha proseguito –, per ricomporre, negli animi, quella separazione che le tragedie del passato hanno causato”. Poi, in tema di contesto politico, Fini ha confermato che la prospettiva dell’ingresso della Croazia nell’Unione europea è “chiara alle massime autorità dei due Paesi, come ha dimostrato il recente incontro a Trieste il 13 luglio scorso tra i presidenti della Repubblica di Italia, Croazia e Slovenia, Giorgio Napolitano, Danilo Türk e Ivo Josipović”, ed ha elogiato la delibera approvata dal Sabor, che ha deciso di “garantire alle minoranze la possibilità di esprimere un doppio voto”. “È stata introdotta, cioè, una sorta di discriminazione positiva – ha commentato Fini –. Un ottimo esempio per i Paesi dell’area balcanica che hanno aperta la questione della pacifica convivenza dei gruppi etnolinguistici diversi”. L’Italia, ha fatto sapere, infine, il presidente della Camera, è “impegnata per fare sì che la riforma approvata dal Sabor sia presa in considerazione nel processo di adesione della Croazia all’Unione europea” perché, ha sottolineato, “la tutela delle minoranze è uno dei temi delle società in cui viviamo, soprattutto perché si tratta di società multietniche”. Tutto questo in un intervento nel corso del quale non sono mancati gli incisi, che ha seguito la traccia della bozza che proponiamo di seguito, ma che in corso di svolgimento si è arricchito con una serie di interpolazioni volute da Gianfranco Fini per sottolineare quanto emerso dagli incontri avuti nel corso della giornata, per riprendere passaggi significativi degli interventi fatti in sala da Fabrizio Radin, Maurizio Tremul e Furio Radin, per citare frasi e parole degli interlocutori che gli sono rimaste impresse per la loro particolare bellezza e per la profondità del concetto che volevano esprimere. Quello che segue pertanto è il testo di soltanto una parte del discorso effettivamente pronunciato a Pola da Gianfranco Fini, e rivolto ai connazionali.

”Sono particolarmente lieto di essere con voi questa sera e ringrazio del vostro invito e della vostra accoglienza così calorosa.

Ringrazio il sindaco Miletić, l’On.le Radin e il professor Tremul per le loro parole.

Ringrazio tutti voi che siete voluti venire così numerosi, a testimonianza ulteriore dei profondi legami che vi uniscono all’Italia, alla madrepatria.

Vengo da Zagabria, dove ho avuto dei colloqui molto fruttuosi con il presidente del Parlamento, con il primo ministro, con i più autorevoli membri del Parlamento.

INGRESSO NELL’UE Nel corso degli incontri si è rafforzato in me il convincimento che avevo già maturato in precedenti occasioni: i tempi sono cambiati, la Croazia sta andando avanti, vi è questo grande sforzo per centrare l’obiettivo dell’ingresso in Europa.

Il presidente del Sabor, Bebić mi ha riferito sull’attività del Parlamento per adeguare la legislazione croata alle regole europee. Il primo ministro, signora Jadranka Kosor, mi ha messo al corrente dell’azione del governo per tradurre in pratica questi impegni. Gli ostacoli maggiori ancora da superare sono il completamento della riforma della giustizia; la riforma della pubblica amministrazione; la lotta contro la corruzione; il rientro dei rifugiati; la collaborazione con il Tribunale dell’Aja.

Il primo ministro mi ha ribadito che il governo è fortemente impegnato in questa direzione. Ha fatto della lotta alla corruzione uno dei pilastri della propria azione. L’obiettivo è quello di giungere alla firma del Trattato di adesione nella prima metà del 2011, nel corso della Presidenza ungherese, e di diventare membro a pieno titolo nel 2012.

SOSTEGNO CONCRETO L’Italia sostiene con convinzione questo percorso. Il Ministro degli Esteri Frattini è venuto in Croazia qualche giorno fa per la seconda riunione del Comitato italo-croato dei ministri ed ha riaffermato il nostro sostegno. Sostegno che non è solo in termini politici generali, ma si traduce in iniziative concrete, sia nel corso dei negoziati a Bruxelles, sia nei numerosi progetti che sono stati messi a punto per sostenere la modernizzazione del Paese e il pieno adeguamento alle regole comunitarie. L’ingresso nell’UE deve essere per la Croazia il punto di partenza di un nuovo percorso che le consenta di prendere parte pienamente al comune progetto europeo. Una Europa che in questa fase certamente incontra qualche difficoltà, ma che proprio per questo ha bisogno del contributo di tutti. E sono convinto che fra Italia e Croazia vi potranno essere in futuro profonde convergenze in questo percorso.

IL RUOLO DELLA CNI Se questo Paese sta cambiando e in meglio, mi preme sottolinearlo, lo si deve anche a voi. Nei miei colloqui di oggi ho potuto cogliere parole di grande apprezzamento per il contributo che le Comunità Italiane, l’Unione italiana, i vostri rappresentanti, assicurano in questo sforzo. Da sempre la Comunità Italiana ha svolto un ruolo essenziale nei rapporti fra i nostri due Paesi. Oggi posso constatare che questo ruolo è ancora più importante, perché voi siete portatori degli ideali e dei valori di tolleranza, dialogo, multiculturalismo, che sono i valori propri dell’Unione Europea. Siete quindi in una posizione privilegiata nel favorire il cammino europeo della Croazia e di operare quale volano dello sviluppo dei rapporti culturali e economici con i Paesi vicini, e in particolare con l’Italia. E soprattutto voi rivestite un ruolo di primo piano, non solo qui in Istria, ma nelle tante città dove sono presenti le nostre Comunità, dove partecipate attivamente alla vita della Regione, delle amministrazioni locali, delle istituzioni.

APPREZZAMENTO Nei miei colloqui ho potuto constatare il grande apprezzamento per l’opera del vostro rappresentante al Parlamento, On.le Radin, e per il sostegno che egli assicura al Governo in questa delicata fase.

La politica dei ‘piccoli passi’ da tempo perseguita ha portato in questi ultimi tempi a ‘grandi risultati’. Me lo ha sottolineato il primo ministro. Nell’ambito delle modifiche alla Costituzione e alla legge costituzionale sulle minoranze recentemente approvate dal Sabor, è stato riconosciuto il cosiddetto “doppio voto”, per il candidato della minoranza e per le liste politiche. E la minoranza italiana, come altre, è stata riconosciuta a livello costituzionale.

Sono risultati che l’On.le Radin perseguiva da anni, e che sono giunti ora, forse non a caso, proprio alla vigilia dell’ingresso della Croazia in Europa.

DIRITTI E nei colloqui di oggi ho avuto la riconferma dell’impegno delle autorità croate ad assicurare il rispetto e il continuo miglioramento dei diritti che vi spettano, in materia di bilinguismo, di educazione e scuole, di cultura e stampa, di garanzia di partecipazione e rappresentatività all’interno delle istituzioni pubbliche a tutti i livelli.

So bene che non tutto è perfetto, che vi sono dei passi avanti ancora da fare per la piena affermazione dei diritti dell’autoctonia e per estenderli anche al di fuori dell’Istria. Ma si può guardare avanti con fiducia proprio perché tanti passi avanti sono già stati fatti.

PRESENZA E IMPEGNO Di fronte a queste sfide, lasciatemi sottolineare tre cose.

Innanzitutto, se oggi l’italiano e l’italianità sono rimasti elementi così radicati e diffusi in queste terre, prima di tutto in Istria, lo si deve a voi, alla vostra presenza, al vostro impegno e alle vostre sofferenze. La vostra storia è stata una storia difficile, travagliata. Di quel che avete fatto, l’Italia vi è grata. Le vostre sedi, le vostre realizzazioni, il vostro contributo all’interno delle istituzioni locali e alla vita delle vostre comunità e delle vostre città sono un esempio tangibile e concreto della vostra azione. Ne potete andare fieri.

Il risultato è stato possibile anche grazie al contributo che l’Italia non ha mai mancato di assicurarvi. L’Italia, il governo italiano e il Parlamento, vi sostengono e continueranno a sostenervi in questa opera. Sostegno che è anche finanziario, e che sono lieto sia tornato, dopo la flessione dovuta alla crisi globale, ai livelli precedenti.

I LEGAMI CON GLI ESULI Adesso è l’ora di impegnarsi, se possibile con ancora maggior forza, affinché i legami con gli esuli, con i vostri fratelli che se ne sono “andati”, si riannodino in modo ancora più compiuto. Voi siete un solo popolo, che le tragiche vicende storiche hanno separato; furono operate scelte diverse persino all’interno delle singole famiglie. Ora bisogna riannodare i fili del rapporto tra i discendenti di chi decise di ‘andare’ e di chi decise di ‘rimanere’. So che già molto viene fatto in questa direzione. Ancora una volta, la prospettiva dell’Europa aiuterà a compiere gli ulteriori passi. Siete cittadini croati, molti di voi sono anche cittadini italiani, fra poco sarete tutti cittadini europei. Quando la Croazia soddisferà i criteri per l’ingresso nell’area Schengen, scomparirà anche l’ultima frontiera che ancora vi divide dall’Italia. Ci sono tutte le condizioni politiche per ricomporre, negli animi, quella separazione che le tragedie del passato hanno causato.

RICONCILIAZIONE Che i tempi siano cambiati ce lo hanno dimostrato i tre Capi di Stato di Italia, Croazia e Slovenia che si sono riuniti solennemente a Trieste in occasione del Concerto dell’Amicizia il 13 luglio scorso del Maestro Muti. I tre presidenti hanno reso onore al Narodni Dom (la casa del popolo slovena) e al monumento all’esodo dalle terre natali degli Istriani, Fiumani e Dalmati, sottolineando che ‘nel doveroso ricordo delle tragedie del passato e nel comune impegno a costruire insieme un futuro di libera e feconda cooperazione tra i nostri Paesi e i nostri popoli nell’Europa unita’, Italia, Croazia e Slovenia si incontrano nel contesto dell’Unione Europea.

LA MEMORIA È in questo spirito che l’Italia ha istituito il 30 marzo 2004, con una legge varata a larghissima maggioranza, il ‘Giorno del Ricordo’, al fine di mantenere viva nel popolo italiano la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo delle genti giuliane, istriane, fiumane e dalmate dalle loro case nel secondo dopoguerra.

Che i tempi stiano cambiando lo dimostra anche la recente sentenza della Corte Suprema croata che ha riconosciuto anche agli stranieri, e quindi ai cittadini italiani, il diritto di beneficiare, a parità di condizioni, della legge sul risarcimento dei beni nazionalizzati dal regime comunista. Benché la sentenza riguardi un numero limitato di casi, essa riafferma il fondamentale principio della parità di trattamento proprio dell’ordinamento giuridico europeo. Tutti ci attendiamo che questa sentenza riceva ora rapida attuazione.

ULTIMI STECCATI Questa parte dell’Europa ha tutte le potenzialità per diventare una delle zone, non solo più belle, ma anche più dinamiche, grazie alle sue caratteristiche, alle sue peculiarità, alla sua storia e alle sue tradizioni. Il presidente Josipović, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Comunità di Cittanova qualche giorno fa, ha pronunciato parole nobili, di condanna di ogni tentazione di ritorno al passato e di sguardo fortemente ancorato all’Europa, al futuro.

È in questa prospettiva europea di abbattimento degli ultimi steccati ancora esistenti e un giorno non troppo lontano anche dei controlli fisici alle frontiere, di libertà di movimento di persone e capitali, e di idee e di cultura, che deve collocarsi la vostra azione di difesa e valorizzazione dell’italianità, dei valori e della cultura di cui siete portatori.

So bene che il vostro sforzo e la vostra azione sono già saldamenti orientati in questa direzione. Vi è data la possibilità di essere non solo testimoni, ma anche protagonisti di questo nuovo percorso europeo. E, in questo percorso, continuerete ad essere una componente essenziale dello sviluppo della società in cui vivete, portatori dei valori di democrazia e tolleranza di cui siete espressione.

In questa vostra azione, l’Italia è, come lo è stata nel passato, anche in momenti difficili, al vostro fianco e lo sarà anche nel futuro”.

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