Si sta svolgendo tra Opole e Katowice, in Polonia, il settimo Forum delle Regioni europee minoritarie, organizzato dal FUEN, l’Unione federale delle nazionalità europee: presente pure l’Unione italiana per presentare la realtà dell’Istria.
Si tratta di un incontro dedicato alle lingue minoritarie e al mercato del lavoro che ha l’obiettivo di vagliare le sfide e le opportunità offerte dalle aree multietniche e plurilingui. Tre giornate nelle quali si parlerà di occitano, catalano e basco ma anche del tedesco del Sud Tirolo e Belgio e Polonia, della lingua e minoranza macedone in Grecia, di quella ungherese in Slovacchia e di altri gruppi etnici e linguistici che vivono a cavallo dei confini statali e rappresentano una ricchezza sia per lo stato di adozione che per quello di provenienza.
Ad illustrare la situazione in Istria, sia nella parte amministrata dalla Slovenia che in quella croata, il presidente dell’Unione italiana, Maurizio Tremul. “Mi è stato chiesto di parlare dell’Istria dove ci sono tre lingue a contatto, a volte anche più, ed io cercherò di presentare sinteticamente quella che è la Comunità nazionale italiana autoctona, cercando di concentrarmi pure sull’interscambio economico Italia- Croazia e Italia-Slovenia. Quindi relazioni economiche sempre più forti e, in questo contesto, sempre più forte è la richiesta di conoscenza della lingua italiana in questo territorio”, ci ha detto il rappresentante dell’ UI precisando che naturalmente il punto di partenza sarà l’ ufficialità che viene riconosciuta all’italiano in tutta la penisola.
“Farò degli esempi inerenti al mercato del lavoro: molte società italiane delocalizzano le loro imprese in Istria perché gli imprenditori preferiscono parlare con i loro dipendenti in italiano, ci sono molti turisti che scelgono di passarvi le vacanze perché si parla la loro lingua, tutte queste sono delle opportunità per gli appartenenti alle Comunità nazionali, ma in genere per coloro che parlano l’italiano”, ci ha detto Tremul ribadendo che si tratta di opportunità che consentono di considerare la lingua italiana un valore aggiunto e che aiutano a trovare impiego, anche impieghi di qualità.
“Quindi la possibilità di conoscerlo, di studiarlo ti acconsente di migliorare pure lo standard di vita mentre per noi consente di avere una maggiore diffusione della lingua italiana”, ha precisato il presidente dell’ Unione italiana riassumendo il suo intervento alla riunione del FUEN. [LPA]