«Fare pubblicità in tempi di crisi è come mettere le ali mentre gli altri stanno precipitando». Lo sosteneva Steve Jobs il padre della Apple. E l’Italia bancaria e delle piccole e medie imprese (leggi Nordet), nello spirito del guru di Cupertino, ha deciso di mostrare il proprio volto, le sue capacità di fare impresa e banking in una Slovenia in piena crisi economia e sociale dove il punto debole è costituito proprio dal sistema bancario. Un azzardo? Forse, o forse una capacità di vedere, prima degli altri, le opportunità del futuro. Così a Lubiana nel corso dell’Italian Business and Banking Forum che si è svolto alla facoltà di economia dell’Università della capitale sono stati presentati il modello e gli strumenti di cui il Sistema Italia dispone nei settori finanziario e di sostegno pubblico all’internazionalizzazione delle Pmi, al fine di offrire un contributo, da parte italiana, al dibattito interno in corso in Slovenia, in uno spirito di comune appartenenza europea.
Il programma della conferenza è stato il frutto del lavoro congiunto tra l’Ambasciata d’Italia a Lubiana e il Forum Italo-sloveno, un’associazione appena fondata che rappresento e che ha lo scopo di promuovere la collaborazione tra i due paesi specie nell’ambito commerciale, scientifico, culturale e del turismo. «L’Italia e la Slovenia vantano una partnership di rilievo – ha ricordato il sottosegretario allo Sviluppo economico Massimo Vari – consolidata da intense relazioni economiche e commerciali, facilitata dalla prossimità geografica e da profondi legami di natura socio culturale, nonché da una visione comune del futuro dell’Europa». La nuova base, il nuovo volano è costituito dal comune impegno italo-sloveno di dare vita alla Macroregione europea adriatico-ionica. La strategia menzionata «sta assumendo un ruolo – ha confermato Vari – sempre più importante per intensificare il dialogo per una politica unitaria volta ad avvicinare la Regione adriatico – ionica al Mediterraneo e di potenziare la cooperazione industriale, con particolare attenzione alle Pmi».
Sul piano economico nell’ultimo decennio l’interscambio tra Italia e Slovenia è quasi raddoppiato, passando da 3,6 miliardi di euro nel 2002 a circa 6,5 miliardi nel 2011 posizionando l’Italia come 2 partner commerciale di Lubiana. «Vogliamo e possiamo fare ancora di più – ha detto Vari – nell’incontro col ministro Roži› abbiamo condiviso l’obiettivo di far raggiungere al nostro interscambio il valore di 7 miliardi di euro entro il 2013 e di consentire all’Italia di conquistare la posizione di 1°partner commerciale della Slovenia». Al di là dell’interscambio, la solidità delle relazioni è manifestata anche dal livello di cooperazione industriale. Nel 2012 l’Italia è stata il 4° Paese investitore in Slovenia come stock di investimenti (dietro Austria, Svizzera e Germania), per un valore di circa € 754 milioni di euro. Dei 3.000 investimenti esteri in Slovenia, 567 provengono dall’Italia in molteplici settori.
Dopo la dotta lezione del professor Angelo Tantazzi dell’Univeristà di Bologna già presidente della Borsa italiana e vicepresidente della Borsa di Londra, Ice, Sace, Simest e Finest (la finanziaria dedicata all’Europa centro-orientale per Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige) hanno presentato le opportunità di promozione e finanziamento possibili. Opportunità molto “ghiotte”. «Abbiamo richieste da parte di almeno una decina di Pmi – ha spiegato il consigliere Finest Danilo Slokar – che hanno intenzione di investire in Slovenia per approfittare dei suoi vantaggi, ossia un energia che costa il 30% in meno e la tassazione ridotta». E poi la Slovenia può diventare una sorta di “piattaforma di lancio” verso gli altri Paesi dell’area balcanica, come conferma il direttore dell’Ice a Lubiana, Alessandra Rainaldi. «Un trampolino – ha spiegato – da cui partire per inserirsi poi anche della crescita dei Paesi limitrofi».
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 16 febbraio 2013