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L’Italia non dimentica gli infoibati (La Stampa 29 gen)

LUCIA ANNUNZIATA Posta e Risposta.
L’Italia non dimentica le vittime delle foibe

Invitato da un conoscente ad aderire su Facebook alla giornata del Ricordo e confondendola con quella della Memoria, ho aderito, per ritrovarmi in compagnia anche di gente che ricordava con orgoglio il fascismo. Da oppositore di tutte le dittature, ho espresso il mio dissenso. Poi ho riflettuto sull’opportunità che ci siano due giornate distinte (Memoria e Ricordo) per le vittime del nazi-fascismo e del comunismo. Entrambi hanno provocato milioni di vittime. Quali sono le differenze? Forse, che il primo dichiarava ciò che era mentre il secondo mascherava più abilmente i propri crimini. Che agli eredi del fascismo si chiede continuamente di fare abiure, mentre gli eredi del comunismo possono ancora dichiararsi orgoglio si di esserlo. Che esiste il reato di apologia del fascismo, ma non del comunismo. Sono preso dal desiderio che un Presidente della Repubblica proponga una giornata commemorativa unica per le vittime dei totalitarismi. O è ancora troppo presto?
VITTORIO VIDA. PORDENONE

Non è vero che la Repubblica italiana abbia del tutto dimenticato. Il Giorno del Ricordo è considerato una solennità civile (legge 27 maggio 1949, n. 260). Sempre nella stessa legge, vengono istituiti il Museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata, con sede a Trieste, e l’Archivio museo storico di Fiume, con sede a Roma. Tali istituzioni sono finanziate con
200 mila euro annui a decorrere dal 2004, metà all’istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (Irci), e metà al la Società di studi fiumani. Ne prowedimen to d’istituzione viene assegnato, in sèguito a domanda, un titolo onorifico senza assegni, costituito da un’apposita insegna metallica con relativo diploma, al coniuge superstite, ai figli, ai nipoti e, in loro mancanza, ai con giunti sino al sesto grado degli infoibati, dall'‘8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in Istria, Dalmazia e nelle province dell'attuale confine orientale. Tale diritto è esteso anche agli scomparsi e a quanti. nello stesso periodo e  nelle stesse zone, sono stati soppressi mediante annegamento, fucilazione, massacro, attentato, in qualsiasi modo perpetrati. Il riconoscimento può essere concesso anche ai congiunti dei cittadini italiani che persero la vita dopo il 10febbraio1947, ed entro l’anno 1950, qualora la morte sia sopravvenuta in conseguenza di torture, deportazione e prigionia, escludendo quelli che sono morti in combattimento. Vengono esplicitamente esclusi dal riconoscimento coloro che sono stati uccisi mentre l riconoscimento è il 30 marzo 2014. I.’insegna metallica e il diploma a firma del Presidente della Re pubblica sono consegnati annualmente, durante le cerimonie del 10 fébbraio.
L'insegna metallica è in acciaio brunito e smalto, con la scritta «La Repubblica Italiana ricorda».

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