Eh già. Ma qualcosa rimane. La passione, forse. Lo sguardo. I film. E a Trieste ne vedremo parecchi con la signora di Trento. Che poi tanto trentina non lo è, la Neri. Scavando scopri che il babbo è istriano, uno dei trecentocinquanta mila fuggitivi del dopoguerra, perduti che cercarono il riscatto negli altrove. «I miei abitavano a Pisino. Raggiunsero Sanremo, salendo quindi in Trentino. Papà non si è mai scordato l’origine, è gente tosta con la pelle dura, quella, non riesce ad alzare le spalle. E mi trascinava ogni santo maggio o aprile, adesso non ricordo, alla riunione triestina degli esuli. Non voleva disperdere gli umori dell’infanzia, il sapore del mare, le fragranze degli ulivi».
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