ANVGD_cover-post-no-img

«Nessuno sconto per la Croazia» (Voce del Popolo 16 ott)

Nuovo campanello d’allarme per la Croazia dopo la dichiarazione del presidente del Bundestag, Norbert Lammert, secondo il quale Zagabria non è ancora pronta per l’adesione all’Unione europea. Stavolta a gettare il sasso nello stagno è stato il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle. A margine del vertice ministeriale europeo al Lussemburgo, Westerwelle ha sottolineato che la Germania desidera che la Croazia faccia il suo ingresso in Europa, ha ribadito che in questo ambito la decisione è già stata presa, ma ha anche fatto presente che non ci saranno sconti per Zagabria. Non vi saranno nemmeno ostacoli artificiosi – ha puntualizzato il ministro – però, ha aggiunto, la Croazia dovrà adempiere alle condizioni richieste. “Rimane in vigore ciò che è stato concordato: sono convinto che tutti i punti dell’accordo tra l’UE e la Croazia saranno rispettati, passo per passo”, ha concluso Westerwelle.

 

Sull’argomento ha preso posizione anche il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung. Secondo il giornale, il presidente del Bundestag nei giorni scorsi, ha semplicemente infranto un tabù. In altre parole, tutti ritenevano nell’Unione europea che i Paesi come la Croazia non fossero maturi per l’adesione, ma tacevano per motivi di puro opportunismo. Il tabù era quello della necessità dell’allargamento dell’Unione ad ogni costo, a prescindere dai problemi provocati, ad esempio, dall’entrata di Paesi quali la Romania e la Bulgaria.

 

I moniti dalla Germania, comunque, non hanno scalfito troppo l’ottimismo dei vertici croati, i quali restano convinti che l’ingresso della Croazia in Europa l’anno prossimo sia ormai cosa fatta. Zagabria è assolutamente sicura di essere in grado di adempiere a tutte le condizioni richieste e non si attende sconti, ha sottolineato il capo della diplomazia, Vesna Pusić. Le ha fatto eco il presidente della Repubblica, Ivo Josipović, secondo il quale le dichiarazioni dei politici tedeschi non sono un’espressione di sfiducia nei confronti della Croazia, ma vogliono essere soltanto uno sprone per Zagabria, affinché porti a termine i compiti previsti.

 

Vesna Pusić, che ha partecipato in qualità di osservatore al vertice del Lussemburgo, ha rilevato, inoltre, che “la Croazia non si aspetta nessuna forma di clientelismo. Ci attendiamo un voto giusto per un lavoro ben fatto”. Il ministro ha poi rilevato che le notizie contrastanti dei giorni scorsi inerenti alle prese di posizione dei ministri tedeschi sull’entrata della Croazia nell’UE “confermano solamente che la Germania intende mantenere un rapporto giusto nei confronti della Croazia”. “Noi abbiamo fatto un enorme passo avanti, riducendo i compiti da 51 a 10 e i Capitoli su cui lavorare ancora da 33 a 4. Siamo ben consapevoli di ciò che ci resta da fare e siamo altrettanto convinti che siamo capaci di portare a termine ciò che abbiamo iniziato. In fin dei conti, il progetto ‘Croazia nell’UE’ è un progetto nostro, di nessun altro”, ha puntualizzato Pusić.

 

E il presidente Ivo Josipović, commentando nel corso della giornata di ieri le affermazioni alquanto scettiche dei politici tedeschi e austriaci sul conto della Croazia, ha ribadito che in questo momento la cosa più importante per la Croazia è l’esito favorevole del rapporto della Commissione europea sui progressi compiuti dal Paese nel suo avvicimento all’UE. “Il fatto che il rapporto ci sia favorevole, anzi il più favorevole finora, è per noi la cosa più importante. Ovviamente, ci rendiamo conto che ci sono delle cose che dobbiamo portare a termine. Sono sicuro che la Croazia progredisce bene. Le voci che si sentono pervenire da singoli uomini politici austriaci e tedeschi, e che esprimono dubbi sulla capacità della Croazia di soddisfare le condizioni che le sono state poste, sono a mio parere innanzitutto dei segnali che vogliono spronarci a fare ciò che anche noi stessi sappiamo di dover fare”, ha dichiarato Josipović.

 

Il presidente ha ricordato che la Croazia ha goduto sin dall’inizio del proprio cammino d’avvicinamento all’UE di un forte sostegno di Berlino e Vienna. Proprio per questo motivo Josipović ha spiegato di essere incline a ritenere che le critiche espresse in questi giorni non rappresentino un segnale di sfiducia nei confronti di Zagabria, ma una dichiarazione motivazionale nei suoi confronti.

 

E parole rassicuranti giungono pure da Bruxelles. “Il fatto che la Commissione europea nel suo ultimo rapporto abbia identificato alcune zone in cui la Croazia deve ancora migliorare, non significa che questa non sarà pronta per entrare nell’UE il primo di luglio del 2013” ha puntualizzato ieri il portavoce dell’Esecutivo comunitario, Peter Stano, il quale ha evidenziato che i punti rilevati dalla Commissione rappresentano un documento di lavoro, “un’agenda per la Croazia, che nei prossimi mesi dovrà fare sforzi ulteriori per portare a termine con successo tutti i preparativi per entrare nell’UE”. Stano ha ribadito che nel dicembre scorso tutti gli Stati membri hanno sottoscritto il trattato di adesione dopo che la Croazia ha terminato le trattative e adempito ai criteri richiesti. Ha poi concluso affermando che finora oltre la metà degli Stati membri ha ratificato il contratto e che la Croazia il primo di luglio del 2013 deve entrare nell’UE.

 

(fonte “la Voce del Popolo” 16 ottobre 2012)

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.